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A Milano i cortei contrapposti contro la guerra: da una parte i neofascisti, dall'altra il movimento antirazzista

Di neutro c'è lo striscione di apertura del corteo: "Uniti contro la guerra". E nient'altro. Sono in duecento, i neofascisti che si muovono da piazzale Cadorna per protestare, ufficialmente, contro il conflitto in Ucraina. Sventolano il tricolore, accendono fiaccole. Chiedono, soprattutto, lo stop alle forniture di armi a Kiev e delle sanzioni a Mosca, definite provvedimenti "contro l'Europa". Tante le felpe di Lealtà Azione in strada, così come gli aderenti a Vento dell'Est, guidati dal leghista toscano Lorenzo Berti, a Exit con Simone Di Stefano (ex leader di CasaPound). Presenti anche no vax irriducibili e sanbabilini storici, come Maurizio Murelli.

Una manifestazione che alla fine parte quasi in contemporanea a quella di segno opposto in piazza Fontana. "Donna vita libertà". Ma anche "Fasci appesi col reggiseno non una non una non una di meno". Sono alcuni degli slogan dei circa 400 manifestanti che stanno prendendo parte al corteo antifascista in corso in centro domenica pomeriggio. "Contro ogni guerra e  ogni fascismo" è il marchio del corteo "antifa" partito da piazza Fontana alle 16 e diretto a largo Cairoli scortato dalle forze dell'ordine. Tamburi, fischietti, bandiere di Rifondazione e Sinistra italiana, Anpi, Cobas, fumogeni e proteste simboliche all'altezza della Prefettura e della filiale Unicredit di via Hoepli.

Ci sono gli antagonisti del centro sociale Cantiere, associazioni femministe,  rappresentanti della Comunità Curda e di Together for Iran Milano per "una piazza antifascista, transfemminista, ecologista, antirazzista, antimilitarista e internazionalista, vicino ai popoli coinvolti nelle tante guerre in corso nel mondo, invitando le reti e le realtà cittadine attive in modi diversi su questi temi".