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Addio a Bruno Arena, il comico dei Fichi d'India

Negli ultimi dieci anni, da quando è stato colpito da un aneurisma che lo ha costretto su una sedia a rotelle, Bruna Arena non ha mai perso il sorriso. Nonostante le sue condizioni non gli permettessero di tornare sul palco a esibirsi insieme all'amico e collega Max Cavallari, insieme al quale ha fondato il duo comico dei Fichi d'India nel lontano 1988, Arena si faceva vedere qui e lì agli eventi pubblici salutando gli amici di sempre e dimostrando a tutti di non aver perso il luccichio negli occhi che ha sempre accompagnato la sua vita. Luccichio che, purtroppo si spegne oggi, mercoledì 28 settembre, quando suo figlio Gianluca comunica a mezzo social la sua morte, avvenuta a 65 anni. «Non ero pronto, ma tanto non lo sarei mai stati. Buon viaggio papà… lasci un vuoto immenso», sono le parole di Gianluca Arena, convinto che il ricordo di suo padre terrà compagnia ai tanti colleghi che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e al pubblico che lo ha sempre seguito e sostenuto.

Addio a Bruno Arena il comico dei Fichi d'India

Varese Press / ipa-agency.net

Nato a Milano il 12 gennaio del 1957, Bruno Arena muove i primi passi nel mondo dello spettacolo da animatore turistico, anche se la sua carriera svolta grazie all’incontro con Max Cavallari: una passeggiata sulle spiagge di Palinuro li convince, infatti, a formare un duo comico e a chiamarlo Fichi d’India per rendere omaggio alle piante che fanno cornice a quella passeggiata. Vicini di casa, Bruno e Max condividono tutto: il debutto sul palco, le prime incursioni televisive, le barzellette a La sai l’ultima?, il successo di Zelig, il film di Pinocchio di Roberto Benigni che li vede recitare nel ruolo de il Gatto e la Volpe, e i libri che hanno firmato a quattro mani.

Addio a Bruno Arena il comico dei Fichi d'India

Alberto Terenghi / ipa-agency.ne / ipa-agency.net

A dirla tutta, la vita di Bruno Arena è stata segnata anche da un altro incidente. Nel 1984 Arena fu, infatti, coinvolto in un grave incidente d’auto che lo obbligò a sottoporsi a diverse operazioni, anche se non si riuscì a evitargli la perdita parziale della vista da un occhio. Bruno Arena, però, sapeva che il miglior modo di superare una disgrazia era riderne su, ed è per questo che quell'incidente veniva spesso evocato nei suoi spettacoli per giustificare la sua «bruttezza», trasformando un punto debole in un punto di forza. «Come posso immaginare un futuro senza mio “fratello” — diceva Max Cavallari al momento delle notizie poco rassicuranti di Bruno dopo l'aneurisma –. Il sipario è sempre aperto, non lo chiudo perché qui con me devi esserci anche tu».

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