in foto Antonio Recalcati (da Wikipedia)

Addio all’artista Antonio Recalcati, che come pittore ha ritratto in modo emblematico e ossessivo la realtà quotidiana, caricandone i toni squallidi e l’aggressiva volgarità: è morto a Milano all’età di 84 anni dopo una lunga malattia. Il quotidiano francese “Le Monde”, dando notizia della scomparsa avvenuta il 4 dicembre, sottolinea come “il lavoro dell’artista autodidatta è stato segnato dalla volontà di denunciare l’imperialismo e il capitalismo americano”. Presente quattro volte alla Biennale di Venezia (a partire dalla storica edizione del 1964 con l’esordio della Pop Art, e poi nel 1976, 1978, 1992), Recalcati ha lavorato fra Milano, Parigi e New York, rivelandosi uno dei grandi protagonisti ‘inquieti’ dell’arte italiana del secondo Novecento. Negli anni Novanta Recalcati si è spesso soffermato sul tema della morte, affiancando sempre più all’opera pittorica la produzione di sculture e ceramiche. Nel 1979 gli è stata dedicata una mostra personale al Musée d’Art Modern de la Ville de Paris, mentre nel 1987 Milano gli ha dedicato una grande mostra retrospettiva a Palazzo Reale, passata poi al Museo di Roma a Palazzo Braschi. Nel 2006 gli è stato conferito il Premio Presidente della Repubblica, proposto dall’Accademia Nazionale di San Luca. Nel 2007 l’Accademia Nazionale di San Luca gli ha dedicato un’importante mostra antologica intitolata “Antonio Recalcati. Cinque momenti dal ’60 allo ’06”. Sue opere sono nelle gallerie d’arte moderna di Milano e Torino. Nato a Bresso nel 1938, esordì da autodidatta nel 1957 con una mostra di opere di area informale alla Galleria Totti di Milano e firmò con Piero Manzoni il manifesto contro il Premio San Fedele in nome dell’Avanguardia, organizzando una contro mostra al bar Giamaica. In ambito Neofigurativo ha proposto soggetti in clima esistenzialista. Dal 1960 datano le ‘Impronte’, tele di grande impatto sociale: le ‘impronte’ sono quelle lasciate prima dagli indumenti – “residui parlanti della storia quotidiana” – e poi dal corpo dell’artista sulla tela, in un gesto performativo “generoso ed estremo da non destinare ai riti collettivi del mercato”. Negli ultimi anni Sessanta nella pittura di Recalcati appaiono paesaggi evocati in toni violenti e lungo gli anni ’70 composizioni fortemente oggettive in accenti simbolici. Segue una nuova stagione di pittura in clima iperrealista con suggestivi esterni americani e apre il nuovo millennio una figurazione densa di rimandi storici e letterari in una cromia sempre più provocatoria. Negli anni Novanta il corpus complessivo delle sue ceramiche e terrecotte è oggetto di una mostra itinerante presso i più importanti musei tedeschi, a cui faranno seguito esposizioni in Svizzera e Francia. Recalcati è stato anche attivo come scenografo teatrale, un’attività nata nel 1962 dopo l’incontro con lo scrittore e giornalista Dino Buzzati, con cui intrattenne una lunga amicizia. Il pittore fu anche il volto di Orfeo nel “Poema a fumetti” dello stesso Buzzati.