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Alessia Pifferi, dall’autopsia della piccola Diana dettagli terribili: ecco cosa le hanno trovato nello stomaco

E’ morta di stenti, a soli 16 mesi, dopo essere stata lasciata da sola nella sua casa di Ponte Lambro, a Milano. 

In moltissimi sono ancora sconvolti dalla terribile morte della piccola Diana, lasciata sola in un lettino da campeggio da sua madre, Alessia Pifferi. La 37enne, come successivamente ricostruito dalle forze dell’ordine, avrebbe abbandonato sua figlia per raggiungere il suo compagno a Leffe, in provincia di Bergamo.

alessia pifferi

Al suo compagno la donna ha mentito, dicendo di aver lasciato Diana con sua sorella al mare. Alessia Pifferi sarebbe dovuta rientrare dopo il fine settimana, ma ha poi deciso di prolungare la vacanza con il suo partner.

Quando ha fatto ritorno a casa, dopo una settimana, la piccola Diana era ormai morta. L’aveva lasciata all’abbandono più totale, con solo un biberon di latte, nel lettino. In un primo momento Alessia Pifferi, dopo aver dato l’allarme, ha detto di aver lasciato sua figlia con una presunta baby sitter, apparentemente sparita. Ma con il passare delle ore gli agenti hanno scoperto la macabra verità.

Frammenti di pannolino nello stomaco della piccola Diana

Nelle ultime settimane sono emersi particolari agghiaccianti sulla morte della piccola Diana. La bimba, infatti, ritrovatasi sola all’interno del monolocale di Ponte Lambro, avrebbe cominciato a mordere anche il suo pannolino per la fame.

Nella relazione definitiva dell’autopsia eseguita sul corpicino di Diana, come riporta anche il quotidiano Il Giorno, sono emersi alcuni elementi che fanno davvero rabbrividire. Nello stomaco della bimba di soli 16 mesi sono state infatti rinvenute tracce di pannolino, lo stesso che la piccola Diana si sarebbe tolta e che è stato rinvenuto vicino al suo cadavere.

diana pifferi

Nello stomaco, pertanto, non sono stati trovati brandelli di cuscino – come inizialmente ipotizzato – ma di pannolino. Ma non è tutto, perché l’autopsia ha fatto emergere nel dettaglio le cause che hanno portato al decesso della bimba.

Diana Pifferi sarebbe infatti morta a causa di una prolungata disidratazione, anche a causa delle temperature elevatissime che sono state registrate a Milano in quei giorni di luglio. Alessia Pifferi non aveva lasciato finestre aperte e all’interno del monolocale mancava anche l’aria condizionata.

Niente accertamenti sulle due tazzine da caffè 

Il 30 gennaio avverrà la chiusura delle indagini e verranno depositate le relazioni sull’incidente probatorio chiesto dalla difesa.

Nel frattempo il Gip ha respinto gli accertamenti su due tazzine da caffè trovate in cucina, richiesti dagli avvocati difensori di Alessia Pifferi: il Gip ha infatti ritenuto questi accertamenti “inutili e dispersivi”.

Una posizione che non trova d’accordo i legali di Alessia Pifferi, che sostengono invece che le due tazzine potevano rappresentare delle prove della presenza di persone in casa nelle ore precedenti alla morte della neonata. Una tesi, quella degli avvocati difensori della madre di Diana, che non ha convinto il Gip.