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All'istituto Galilei-Di Palo l'evento “Per non dimenticare” in memoria della Shoah

All'istituto Galilei-Di Palo l'evento “Per non dimenticare” in memoria della Shoah

Scuola

Una giornata dedicata alla Shoah per tenere viva la fiamma della memoria

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di SalernoToday

“Per non dimenticare” è il titolo del secondo evento tenutosi stamattina presso l’ I.I.S. Galilei di Palo in memoria della Shoah. 
Dopo il benvenuto del Dirigente Emiliano Barbuto, delle coordinatrici del Dipartimento di lettere, Prof.sse Stefania Centrella e Ida Del Pozzo, e degli alunni si è passata la parola agli ospiti di questa giornata. Dapprima l’Istituto si è collegato con Dario Dal Verme – consolato onorario della Repubblica di Polonia per la Regione Campania- il quale ha sottolineato come il tempo spesso ci porta a dimenticare anche le tragedie più incredibili della vita (come quelle dell’olocausto) e che proprio la scuola ha il compito di aiutarci a non dimenticare e ad imparare dalla storia stessa a non essere più testimoni passivi di queste scelleratezze ma cittadini attivi con l’obiettivo di risvegliare le nostre coscienze personali e nazionali. A tal proposito, infatti, il console dal Verme ha anche ricordato che sebbene la Polonia sia stata teatro di questi crimini  con i campi di concentramento lì dislocati, essa non risulta responsabile in quanto tali campi sono stati di estrazione nazista e non di certo polacca. Infine Dal Verme ha ribadito il ruolo del consolato da sempre vicino e attento alle richieste del popolo polacco in Italia.

Il secondo saluto lo ha portato in presenza Anna Malus- vicepresidente dell’associazione italo polacca di Salerno e provincia- la quale subito dopo i ringraziamenti ha esposto un punto di riflessione sulla Shoah, sui numeri altissimi dei milioni di Ebrei uccisi, dei disabili, degli omosessuali e dei bambini ma anche di quelle persone che sebbene possano ritenersi i “fortunati” sopravvissuti di questo periodo buio e agghiacciante della storia, come Irena Sendler, punto cruciale dell’evento odierno, essi non si sono mai più ripresi definitivamente dai ricordi di quell’orrore e non hanno mai vissuto appieno la loro vita.

Ultimo intervento conclusivo è stato quello di Roberto Giordano- regista, attore, autore del libro: “ Irena Sendler, la terza madre del ghetto di Varsavia”. Un intervento e un libro, quello di Giordano, che ha lasciato alunni e docenti senza parole, raccolti in un momento di commozione profonda ed evidente. ’Il filo conduttore del testo è quello del magistero di un’infermiera: Irena Sendler, con cui Giordano cerca di tracciare un “testamento etico” per le presenti e future generazioni: la condivisione del bene  e degli alti ideali, tradotti in eroiche azioni, restano scritti con la luce quella che squarcia l’oscurità macabra del male commesso contro la parte più indifesa dell’umanità’. “Questo libro -così come ce lo presenta Suzana Glavas- vuole vergare nell’anima dei lettori il valoroso esempio di Irena Sendler e la testimonianza dei componenti del circolo letteraio del ghetto di Varsavia che attraverso la parola e la musica cercarono di innalzare la giustizia, l’amore e la riconoscenza al di sopra degli orrori della Storia e ritrovare la memoria di ciò che è stato.” Il messaggio del libro di Giordano si racchiude in “Chi salva una vita salva il mondo intero”.


Ovviamente gli alunni del Galilei di Palo non sono rimasti indifferenti di fronte alle testimonianze che Giordano ha portato loro con il caso della terza madre del ghetto di Varsavia e hanno concluso l’intervento con diverse domande in cui si interrogavano soprattutto sulle coscienze delle persone che non hanno portato mai alla luce tali eventi e sul fatto che bisogna ricordare la crudeltà di questi eventi storici ma anche innalzare l’onore e la bellezza di chi ha messo in gioco la propria vita per salvare quella dei bambini innocenti.

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