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Approccio alla crisi d’impresa nella logica di sviluppo, sostenibilità e monitoraggio

Di Patrizia Giangualano*

Il tema della crisi d’impresa e le modalità con le quali riuscire a riemergere nel contesto competitivo non passano solo dalla risoluzione di problemi puntuali legati alla finanza, ai processi produttivi e alla scelta delle migliori fonti di approvvigionamento e destinazione dei propri prodotti, ma anche dalle opportunità concrete che le aziende hanno in uno scenario in continuo mutamento dove i fattori ESG (ambientali, sociali e di governance) hanno sempre più a che vedere con i risultati economici aziendali e con la creazione di valore, non solo per gli azionisti. 

Oggi più che mai è fondamentale incorporare la cultura della sostenibilità e dell’inclusione soprattutto nel contesto meridionale che, come evidenzia Banca d’Italia nel suo recente rapporto “Il divario Nord-Sud: Sviluppo economico e intervento pubblico”, ha ulteriormente diminuito il suo peso economico con impatti sempre più importanti per le imprese, i cittadini, i giovani e le donne: “il divario con il Centro Nord in termini di tassi di occupazione e di prodotto pro-capite è tornato ad ampliarsi e i livelli di produttività sono rimasti ampiamente inferiori a quelli del resto del Paese”. 

Nel confronto internazionale, lo studio evidenza che i tassi di partecipazione al mercato del lavoro, soprattutto per le donne, si colloca tra i livelli più bassi, ma soprattutto che una parte ampia dei giovani non lavora e non è impegnata in attività formative da cui un rischio concreto di esclusione sociale per quelli meno istruiti e forti incentivi a migrare per quelli più qualificati. Certamente, sottolinea il governatore, le fragilità del sistema produttivo sono amplificate da un intervento pubblico non adeguato in termini di infrastrutture, qualità e quantità dei servizi offerti, dalla diffusione di fenomeni illegali e della criminalità organizzata, fattori tutti che incidono pesantemente sulla qualità della vita dei cittadini, ma che impongono alle imprese costi sempre più alti e forti ostacoli al rilancio dell’economia meridionale.

Il PNRR e gli ingenti finanziamenti dedicati alla sostenibilità nel Sud, possono rappresentare una grande opportunità che potrà incidere sui fattori di sviluppo dell’economia, ma molto dipenderà anche dai comportamenti e dalle scelte degli stessi cittadini e delle classi dirigenti meridionali, chiamati a favorire i cambiamenti che le politiche possono promuovere. 

Negli ultimi anni l’attenzione nei confronti degli investimenti sostenibili e responsabili, nonché la necessità di misurare, gestire e mitigare i rischi ESG, è sensibilmente cresciuta all’interno del panorama internazionale ed europeo. Esiste infatti un’evidenza scientifica e consolidata sull’insostenibilità del nostro modello di sviluppo. Numerose analisi segnalano che alcuni fenomeni fortemente destabilizzanti (cambiamento climatico, migrazione e aumento delle disuguaglianze) si stanno verificando ad una velocità e intensità superiori a quelle previste solo alcuni anni fa.

Tutte le imprese italiane sono sempre più consapevoli che la transizione ecologica, se ben condotta, presenta grandi opportunità di sviluppo e di crescita, soprattutto per chi saprà coglierla in termini di spinta all’innovazione, di creazione di nuovi business, di nuovi prodotti, di lavori qualificati e di nuove professionalità. Un ruolo centrale dovrà essere quindi svolto anche dagli “imprenditori meridionali che pur muovendosi in un ambiente economico e sociale difficile, dovranno aprirsi all’innovazione e investire in tecnologie e competenze per accrescere la qualità delle produzioni e cogliere le opportunità di un contesto produttivo in rapida trasformazione” proprio sulla spinta della transizione verde e digitale. 

Istituzioni finanziarie ma anche Fondazioni avranno un ruolo determinante nel sostegno e indirizzamento con programmi di finanziamento, di welfare, di protezione dell’ambiente e di crescita culturale del territorio. Perché si possa parlare di giusta transizione, emerge in modo evidente la necessità di adottare un approccio quanto più possibile inclusivo e partecipativo, che coinvolga tutti i portatori di interesse, specialmente coloro i quali potrebbero subire gli effetti negativi di scelte non idonee e non in linea al mutamento dello scenario. 

Nell’attuale scenario caratterizzato da nuove opportunità per il mercato e necessità di nuovi approcci e modelli di sviluppo sostenibile, la partnership tra lo Studio Monticelli Portaro e La Scala Società tra Avvocati, che si basa su specifiche competenze, può contribuire in modo sempre più responsabile alla crescita e allo sviluppo delle aziende favorendo il contributo del settore finanziario nella fase di riavvio. L’intervento consulenziale dei professionisti della nuova realtà, ha l’obiettivo di avviare progetti di risanamento che tengano conto degli sviluppi e dei trend futuri con la strutturazione di nuove organizzazioni in grado di gestire i cambiamenti, gli investimenti necessari e i nuovi target, non dimenticando un’adeguata formazione, il coinvolgimento dei giovani e i processi di accompagnamento e monitoraggio. 

*Governance and Sustainability Advisor