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Borsa e mercati: ecco gli asset da tenere d’occhio per investire con l’inflazione

L’inflazione che interessa soprattutto Stati Uniti ed Europa continua a preoccupare analisti e investitori, i quali cercano sempre più spesso di “correre ai ripari” provando a individuare degli asset di investimento in grado di offrire un riparo dall’inflazione. La congiuntura macroeconomica odierna è infatti delle più complesse, con il rischio recessione che si sta sommando all’inflazione e agli effetti della guerra in Ucraina. Per questo motivo le Banche Centrali stanno provando a correre ai ripari innescando una corsa, forse tardiva, all’aumento dei tassi d’interesse.

La situazione per chi opera in borsa e in generale su tutti i mercati finanziari non è potenzialmente delle migliori ma sussistono due ragioni fondamentali che spingono analisti e investitori a ricercare dei buoni asset anti inflazione: nella storia vi sono sempre stati dei titoli in grado di crescere nel lungo periodo anche nelle fasi più complesse per il sistema economico e il fatto che tenere un capitale immobilizzato in un periodo di inflazione espone inevitabilmente ad una perdita di valore e di potere d’acquisto.

Asset da monitorare per investire in tempi di inflazione

Per operare sui mercati finanziari in questo periodo è molto importante innanzitutto comprenderne il funzionamento. A tal riguardo, per capire come giocare in Borsa è possibile visitare portali di riferimento nel settore come, ad esempio, Borsamercato.com, dove trovare tutte le informazioni necessarie per aiutare gli utenti ad avvicinarsi al mondo degli investimenti digitali. Secondo gli analisti i titoli anti inflazione per eccellenza sono quelli legati all’aumento dei prezzi, ovvero i titoli del Tesoro USA indicizzati dall’inflazione, detti TIPS e quelli che sono riconducibili all’andamento di alcune materie prime.

Tra quest’ultime, quelle considerate maggiormente interessanti in tempi di inflazione sono:

  • Asset legati all’energia.
  • Metalli di base.
  • Beni legati all’agricoltura.
  • Metalli preziosi.
  • Beni di rifugio.
  • Futures sulle materie prime.

Stando ad alcuni studi relativi ai periodi inflazionistici del passato però anche diverse obbligazioni e azioni hanno svolto un ruolo fondamentale nel ridurre l’esposizione degli investitori all’inflazione nel lungo periodo. Al tempo stesso però questi asset sono gravati da una notevole complessità nello stabilire un buon punto di ingresso in tempi di inflazione elevata e dal fatto che l’aumento dei tassi d’interesse ha comportato un più difficile accesso al credito anche per le grandi aziende.

Le materie prime di ogni genere sono esposte ad una volatilità oggi molto elevata, soprattutto nel breve periodo ma potrebbero offrire una resa più regolare nel lungo periodo. Lo stesso ragionamento vale anche per l’oro, considerato il bene di rifugio per eccellenza, che può garantire la conservazione di un certo valore nel lungo periodo ma al tempo stesso è soggetto a scossoni anche abbastanza significativi nel breve termine. Purtroppo gli analisti hanno chiarito in modo netto anche il fatto che le materie prime non avranno un andamento compatto e potranno avere tra loro rese diverse a causa dello shock inflazionistico.

Alternative per investimenti anti inflazione

Secondo alcuni analisti potrebbero giocare probabilmente un ruolo fondamentale i cosiddetti ETF, ovvero i fondi di investimento passivi, che possono essere composti con al loro interno titoli tra loro differenti. In generale questi asset, accessibili anche attraverso le piattaforme per il trading online, hanno di base il vantaggio di prevedere un elevato livello di diversificazione e di non concentrare tutto il rischio su una solo operazione. Gli ETF devono essere sempre valutati con cura, scegliendo quelli che contengono obbligazioni indicizzate all’inflazione.

Una scelta di questo genere offre probabilmente un buon riparo dai rischi legati all’inflazione ma al tempo stesso non sembra assicurare dei rendimenti particolarmente interessanti nel lungo periodo. Per altri una valida alternativa continuano ad essere i Btp, soprattutto quelli che hanno una scadenza non troppo protratta nel tempo, come ad esempio quelli a tre anni. Anche tra questi asset possono essere selezionati quelli che prevedono un’indicizzazione all’inflazione europea e che sono quindi considerati in grado di far fronte all’aumento dei prezzi.

In generale quindi non esiste purtroppo una scelta unica e sicura per far fronte all’inflazione ma è fondamentale per chi investe farlo con cautela, cercando sempre di valutare sia i rischi che le potenzialità di un’operazione. Non sono da escludere le azioni, soprattutto per chi opera nel breve termine ma queste devono essere utilizzate con la consapevolezza che, in tempi di inflazione e di rischio recessione, il loro ricorso è caratterizzato da una volatilità molto elevata e quindi da un grado di rischio che non dovrebbe mai essere sottovalutato.