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BORSE CHIUSURA 30 GENNAIO – Salgono spread ed euro, Borse in fibrillazione ma a Piazza Affari brilla Tim (+4,64%)

Le Borse europee chiudono deboli la prima giornata di una settimana clou per le banche centrali, con Fed, Bce e Bank of England che si pronunceranno mercoledì e giovedì sulla loro politica monetaria.

Milano perde lo 0,38%, insieme ad Amsterdam -0,78%, Parigi -0,21%, Francoforte -0,14%, Madrid -0,11%. Si distingue dal gruppo Londra +0,27%.

L’umore è instabile anche a Wall Street, tanto più che l’ottava in corso si presenta carica d’incertezza per le trimestrali delle Mega Tech Usa (come Apple, Meta, Alphabet, Amazon) che arriveranno nei prossimi giorni e che peseranno sul sentiment degli investitori tanto quanto le scelte di Jerome Powell e Christine Lagarde, se non di più. I titoli tecnologici sono al momento i più venduti e il Nasdaq cede oltre l’1%.

Sul mercato valutario l’euro-dollaro tratta stabile intorno a 1,087. Nell’energia sono poco mossi petrolio e gas.

Piazza Affari è in rosso, ma Telecom è sugli scudi 

Piazza Affari è in rosso, ma resta ben oltre i 26mila punti base, fermandosi a 26.335 anche grazie al rally di Tim, +4,64%, che guida il listino principale spinta da indiscrezioni stampa sulla rete unica. L’ipotesi è che Cdp presenti un’offerta non vincolante per la seconda metà di febbraio (dopo i risultati e il piano) su una valutazione di 24 miliardi, ma per Vivendi questa stima è “lontanissima” da quella giudicata congrua per l’infrastruttura. Al mercato però la sfida piace e le azioni Tim sono le regine del giorno.

Nel resto del listino sono contrastati i titoli petroliferi, con Saipem in rialzo del 1,15%, ma Tenaris (-1,52%) ed Eni (-0,85%) deboli.

Brilla la salute con Recordati +1,2%. Nell’industria è ancora in denaro Leonardo +0,71%, che si avvantaggia della possibilità che Italia e Francia realizzino un acquisto congiunto di 700 missili terra aria Aster-30 prodotti da Mbda per il sistema di difesa Mamba Samp-T destinati all’Ucraina (il Governo italiano però ha smentito). Il valore della commessa, scrivono gli analisti di Equita, per Mbda “sarebbe di 2 miliardi, da spalmare su 3 anni”.  E la partecipazione del 25% di Leonardo nel consorzio “vale circa 1 miliardo”. Secondo Banca Akros contribuisce alla performance odierna anche l’ipotesi stampa di un ordine egiziano di cui avrebbe discusso il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani, nella sua recente visita. Al centro ci sarebbe l’imminente trasferimento di 24 Eurofighter all’aeronautica di Al Sisi per 3 miliardi.

Le banche sono contrastate, con Unicredit +0,24% che chiude in timido progresso in attesa della trimestrale che verrà presentata domani. Fuori dal paniere principale Mps fa un balzo del 6,2%, dopo la promozione del rating da parte di Barclays a ‘equal-weight’ da ‘underweight’, con target price a 2,4 euro da 0,4 euro. 

La blue chip in maglia nera è Diasorin -3,17%, seguita da Interpump -2,22%, Hera -2,07%, Iveco -1,61%, Stellantis -1,21%.

Tra i titoli del calcio arretra la Juventus -2,45%, sconfitta dal Monza in campionato e appesantita dalle motivazioni della Corte d’Appello della Figc, che ha penalizzato la squadra di 15 punti nella stagione in corso, parlando di un “sistema fraudolento” e di “intenzionalità sottostante all’alterazione delle operazioni di trasferimento e dei relativi valori”. È in profondo rosso anche la Lazio, -4,82%, dopo il balzo di venerdì scorso. 

Salgono spread e rendimenti

La seduta è negativa anche per l’obbligazionario. Il timore che Christine Lagarde alzi i tassi di 50 punti base (che pare quasi scontato) e usi toni ancora aggressivi guardando al futuro, zavorrano la carta italiana.

Il tasso del Btp decennale è indicato in rialzo chiusura a +4,19%, contro +2,26% del Bund di pari durata, per uno spread in crescita a 192 punti base (+2,24%).

Dati macro in chiaroscuro

Azionario e obbligazionario europeo hanno dovuto prendere le misure oggi anche con dati macroeconomici in chiaroscuro. Uno sprazzo di luce arriva dalla ripresa del sentimento economico: a gennaio, l’indicatore Esi ha fatto registrare un aumento nella zona euro (+2,8 punti, a quota 99,9) e nell’Ue-27 (+2,3 punti, a quota 98). La Commissione europea segnala che si tratta del “terzo aumento consecutivo” e che porta l’indice più vicino “alla media di lungo periodo”.

L’economia tedesca però si è inaspettatamente contratta nel quarto trimestre dello scorso anno (-0,2%) e questo fa intravedere una recessione per la Germania, dovuta in gran parte al problema energetico e alla guerra in Ucraina. Su anno la variazione è dell’1,1%.

Preoccupa infine l’inflazione spagnola: nella penisola iberica i prezzi al consumo in Spagna sono diminuiti dello 0,3% mensile a gennaio ma l’inflazione annua è stimata al 5,8% in accelerazione, a sorpresa, rispetto a dicembre. Le attese erano per un valore attorno al 5%. 

Banche centrali in arrivo

Come dicevamo tre importanti banche centrali si riuniranno mercoledì e giovedì. Il primo di febbraio, quando i mercati saranno già chiusi in Europa, la Fed dovrebbe annunciare un rialzo di 25bps dei tassi sui Fed Funds a 4.50-4.75%; dalla Bce, attesa giovedì, ci si aspetta un rialzo di 50bps del tasso sui depositi (al 2,50%); sempre per la Candelora la Banca d’Inghilterra dovrebbe portare il tasso al 4%.