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Caro energia, la scelta egoista (e rischiosa) della ex Locomotiva d’Europa

In foto un gasdotto Gazprom (Imagoeconomica)

Finito il mese di settembre, costellato da tanti eventi, per la maggior parte negativi, alcuni di essi salienti per il Paese, ottobre inizia tra pesanti brume, non solo di tipo metereologico, che non fanno presagire niente di buono. Dal caldo torrido naturale, pressochè gratuito, che ha tormentato il mondo intero, a occidente soprattutto, si è passati in pochi giorni al freddo che si avverte soprattutto in certe, anche di genere diverso da quello di stagione. Il conflitto in Ucraina, è noto, sta devastando quel paese e decimando la sua popolazione con una violenza inaudita. Oramai i disagi anche fuori dei confini di quel paese aumentano giorno dopo giorno con velocità crescente. Per quanto riguarda quelli inerenti la Casa Comune, c’è da tener presente che un condomino, la Germania, ha deciso di affrontare in autonomia la lotta al caro energia, spiazzando gli altri inquilini. La Cancelleria di quel paese nelle ultime ore ha annunciato ufficialmente il varo di un piano da 200 miliardi di euro per aiutare la popolazione a far fronte all’ abnorme rincaro dei costi energetici. Volendo usare similitudini sportive, si può paragonare tale comportamento a quello del ciclista che, seguendo solo il suo pensiero, si stacca dal gruppo e ne tira la volata. Con il rischio di bruciare pericolosamente più energie del dovuto e arrivare di conseguenza tra gli ultimi del gruppo al traguardo. In ogni modo quell’atleta, così facendo, scombussola l’ordine di squadra con le conseguenze che ne derivano, creando inoltre disordine generale. Nel contado quello appena descritto è uno degli atteggiamenti che fanno più paura al gruppo: chi si comporta in un modo simile viene definito “fregacompagni” e per tanto tenuto a distanza. Nel caso in specie ciò non è possibile, perché il “cane sciolto” è quella Germania che fu la Locomotiva dell’ Europa per quanto riguardava la produttività industriale e quindi l’economia. Sono caratteristiche quelle che neppure un fatto grave come il comportamento più che sleale del Cremlino può cancellare con un colpo di spugna. Se un attenuante si vuol concedere a Berlino, va ricercata nel fendente mortale ricevuto da Mosca con la dichiarazione che, quasi certamente, i due gasdotti Nordstream, le arterie che portavano il gas russo sulle coste tedesche, dopo il sabotaggio non riprenderanno mai più a funzionare.
Come e dove la Cancelleria attingerà la finanza necessaria per il maxi intervento a sostegno della popolazione è problema di non poco conto ma dimostra chiaramente il suo coraggio. Venerdì si è tenuto il consiglio straordinario dei ministri energetici della EU per affrontare, almeno per grandi linee, il problema dell’approvvigionamento del gas. Purtroppo i 27 partecipanti vi sono arrivati divisi sui provvedimenti da adottare, principalmente l’introduzione di un prezzo massimo comune. La questione resta ancora sospesa e ciò, soprattutto per l’ Italia, è un’ aggravante del problema non di poco conto. Dal primo di questo mese per gli italiani parte un aumento delle tariffe dell’ energia elettrica del 60%. E non è finita: è stato già annunciato un ulteriore aumento a partire dal prossimo mese, in quanto la fatturazione da trimestrale diventerà mensile. Valga quindi la conclusione che la situazione politica Italiana richiede una rapida e valida soluzione perché il nuovo governo inizi a funzionare. Il Paese deve ritornare a farsi sentire a pieno titolo a Bruxelles nel ruolo di protagonista. Ora più che mai non è tempo per essa di andare a rimorchio, bensì di mettersi innanzi al carro e a partecipare attivamente alla decisione del percorso da seguire. Solo così chi verrà dopo potrà riprendere a dedicarsi ai tanti piani e ai programmi rimasti appesi da prima dell’esplosione della pandemia. E non sarà impresa facile per il forte ritardo già fin qui accumulato. “E il perder tempo a chi più sa, più spiace”.