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Carovita, i pensionati rinunciano al caffè al bar e al ristorante, ma continuano ad aiutare i figli: oltre il 53% dice basta a hobby e sport. Uil: "Peggiorato il loro stile di vita"

TRENTO.  Il carovita ha inciso negativamente sullo stile di vita del 95% dei pensionati e delle pensionate. Se tanti rinunciano al caffè al bar e alle cene al ristorante, oltre il 53% ha smesso di praticare hobby e sport. E' un quadro drammatico quello che emerge dall'indagine di Uil pensionati condotta nel mese di gennaio, a cui hanno preso parte più di mille pensionati in tutto il territorio nazionale. Focus del sondaggio, come e quanto il carovita ha inciso sulla vita quotidiana di questa fascia di popolazione.

L’inflazione alle stelle e il taglio della rivalutazione sono state due pesantissime stangate per il potere d’acquisto delle pensioni. I risultati dell’indagine dimostrano che per il 95% degli intervistati il carovita ha inciso negativamente sullo stile di vita: per il 14,9% ha inciso moltissimo, per il 56% ha inciso molto, per il 25,8% ha inciso poco.

"Oltre 88% sostiene di aver dovuto fare rinunce e sacrifici per arrivare a fine mese - riporta il sindacato -. Circa il 28% dichiara di aver dovuto risparmiare sull’acquisto di generi alimentari e prodotti per la casa, oltre il 10% ha risparmiato sull’acquisto di farmaci, il 36% ha risparmiato sia sui farmaci sia sui prodotti alimentari. A causa del carovita, oltre il 57% delle pensionate e dei pensionati intervistati ha rinunciato al caffè al bar e l’80% alle cene al ristorante".

Oltre il 53% ha smesso di praticare hobby e sport e il 49% ha rinunciato alla cura personale, per esempio al barbiere o al parrucchiere. "Il 69% non va più al cinema - prosegue Uil -, a teatro o ai concerti. Ben l’83% dichiara di non poter più permettersi di fare viaggi".

Anche sul fronte dell’energia i pensionati hanno dovuto tirare la cinghia: "Il 90% degli intervistati ha dovuto spegnere o abbassare il riscaldamento in casa e l’88% ha ridotto fortemente il consumo di elettricità. Inoltre, il 55% ha dovuto rinunciare all’uso quotidiano dell’automobile".

Sulla base dei dati emersi dallo studio il Consiglio direttivo della Uil Pensionati del Trentino ha espresso la necessità di rivedere i parametri per l'Icef (Indicatore della Condizione Economica Familiare) che misura il livello di benessere economico del nucleo familiare nel caso in cui si richiedano prestazioni o benefici da parte del pubblico. Il segretario Claudio Luchini sottolinea la necessità che i parametri vadano aggiornati, tenendo conto degli alti livelli di inflazione.

Nonostante la perdita del potere d’acquisto, il 70% dei pensionati continua ad aiutare a livello economico un familiare, molto spesso un figlio o una figlia. "I dati emersi dall’indagine – osserva in una sua nota il segretario generale Barbagallo - sono la conseguenza non solo dell’inflazione galoppante, ma anche e soprattutto del taglio alla rivalutazione delle pensioni. L’ennesima operazione di cassa fatta sulle spalle dei pensionati".