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Caso Diana Pifferi, nello stomaco della bambina morta di stenti c'erano brandelli di pannolino

Una scoperta terribile, che racconta un altro pezzo delle ultime ore di vita della piccola Diana Pifferi, la bambina di 18 mesi trovata morta nella casa in cui viveva con sua madre Alessia in via Parea, a Milano nel luglio scorso. Lasciata sola per sei giorni dalla madre che aveva trascorso quei giorni nella casa del nuovo fidanzato, in provincia di Bergamo, con soltanto un biberon di latte nel lettino. Morta di stenti, la piccola Diana. Che nella solitudine di quel monolocale avrebbe morso anche il suo pannolino: sono resti di pannolino, appunto, a essere stati trovati nello stomaco della bambina, e un pannolino sporco era stato trovato poco lontano dal suo corpicino, come se la bambina se lo fosse tolto.

A dirlo sono i risultati dell'autopsia, anticipati dal quotidiano Il Giorno, contenuti nella relazione definitiva dei medici legali, la stessa in cui - con le analisi tossicologiche - è stato accertato che alla bambina era stato dato un biberon di latte con gocce di benzodiazepine, forse per tenerla sedata ed evitare che piangesse durante la lunga solitudine, e nel bagno della casa c'era appunto una boccetta di En.

Il 30 gennaio verranno depositate tutte le relazioni collegate all'incidente probatorio, dopo che il giudice per le indagini preliminari aveva già respinto ulteriori accertamenti - "Inutili e dispersivi" per il giudice Fabrizio Filice - chiesti dalla difesa di Alessia Pifferi, che è in carcere a San Vittore da fine luglio. Ed è probabile che dopo questo ultimo deposito il pm Francesco de tommasi chieda il giudizio immediato con l'accusa di omicidio pluriaggravato.