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Continuano a emergere nuovi dettagli attorno all’inchiesta che riguarda Sara Pedri, in particolare un’infermiera aveva chiesto aiuto all’Apss per parlare di una “situazione ormai insostenibile con una Dottoressa di Ginecologia”, nessuno però le avrebbe dato ascolto 

TRENTO. Nelle scorse ore sono state chiuse le indagini nei confronti di Saverio Tateo, ex direttore dell’Unità operativa di ginecologia dell’ospedale Santa Chiara e Liliana Mereu dirigente medico dello stesso reparto. Per entrambi l’accusa è quella di maltrattamenti mentre sono 21 le parti offese. Questo un primo bilancio del caso che riguarda Sara Pedri, la giovane ginecologa scomparsa il 4 marzo del 2021 e per la quale sono ancora in corso le ricerche.

Nel frattempo però continuano a emergere nuovi dettagli attorno all’inchiesta. In particolare il giornale La Repubblica cita tre mail inviate da un’infermiera dell’ospedale Santa Chiara di Trento che in precedenza aveva lavorato nello stesso reparto di Sara Pedri. Queste mail sarebbero state inviate ancora nel 2018 senza però ottenere risposte da parte dell’Azienda sanitaria. Questo almeno quanto emerge dal racconto fatto in tribunale dalla stessa infermiera.

Il testo della mail è il seguente: “Buon giorno, se è possibile volevo chiederle un appuntamento per parlarle della mia situazione ormai insostenibile con una Dottoressa di Ginecologia – poi la mail prosegue – continua a ribadirmi che non sono in grado di svolgere il mio lavoro provocando in me ansia quando so di entrare a lavorare in sala di Ginecologia. Ormai è da due anni che sostengo questa situazione. Spero che tenga in considerazione la mia richiesta di aiuto”.

Un racconto che combacia con quello di Pedri e delle altre professioniste che nel tempo si sono allontanate da reparto. Dal canto loro Tateo e Mereu, che non lavorano più al Santa Chiara di Trento, negano ogni addebito.

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