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Cattolici e islamici, dalla competizione alla collaborazione: ecco il Documento sulla Fratellanza

Si è tenuta, nel Dipartimento di Scienze Religiose dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, la Conferenza dal titolo “Il Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune”, i cui partecipanti sono stati Marco Rizzi, Direttore del Dipartimento di Scienze Religiose dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Paolo Branca, Professore di Lingua Araba e Islamologo dell’Università Cattolica, Antonio Cuciniello, Islamologo dell’ Università Cattolica e Jolit Shaker, Ricercatrice e Egittologa dell’Università Cattolica, la quale ha moderato la Conferenza, e Monsignor Gaid Yoannis Lazhi, già Segretario di Sua Santità Papa Francesco e Presidente della Fondazione per la Fratellanza Umana egiziana, nonché Presidente dell’ Associazione “Bambino Gesù del Cairo”. Tra i presenti diversi giornalisti, tra cui Biagio Maimone, Direttore della Comunicazione dell’Associazione Bambino Gesù del Cairo.
Monsignor Gaid Yoannis ha illustrato i contenuti fondamentali del Documento, ponendo in luce come esso sia il frutto di un percorso iniziato con le dichiarazioni conclusive dei quattro seminari del «Forum cattolico-islamico», che si sono svolti nel 2008, nel 2011, nel 2014 e nel 2017, che ha portato alla sua sottoscrizione, nel 2019, ad Abu Dabhi, da parte di Papa Francesco e da parte dell’Imam Ahmad al-Tayyeb, leader islamico e non da delegazioni, come si era verificato con le suddette dichiarazioni.
Monsignor Gaid ha posto in luce come il Documento “Sulla Fratellanza Umana Per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune” rappresenti la pietra angolare del dialogo interreligioso proprio in quanto ha come tema fondamentale la fratellanza umana che deve essere instaurata con le altre fedi.
Ha posto in evidenza la centralità che il Documento attribuisce alla persona, alla fede, alla famiglia e alla società.
Non secondari sono ritenuti dal Documento medesimo il valore e l’importanza della fede e della responsabilità, nonché la condanna della violenza perpetrata in nome di Dio.
Monsignor Gaid ha sottolineato, altresì, l’importanza delle 12 tesi giuridico-politiche, ricadenti nell’ambito della responsabilità, che sono la promozione della fratellanza umana, della libertà di religione, della giustizia e della misericordia, del dialogo interreligioso, della protezione dei luoghi di culto, della condanna del terrorismo, del concetto di cittadinanza, del rapporto tra Occidente ed Oriente, del diritto della donna all’istruzione, al lavoro, all’esercizio dei propri diritti politici e la propria dignità, della tutela dei diritti fondamentali dei bambini, della protezione dei diritti degli anziani, dei deboli, dei disabili e degli oppressi. Monsignor Gaid, ha, inoltre, elencato i frutti generati dal Documento, che sono la Casa di Abramo, che è la costruzione, in una unica zona, di una Moschea, di una Chiesa e di una Sinagoga, le quali sono vicine nel rispetto delle reciproche differenze. Ulteriori frutti del medesimo Documento sono: l’Alto Comitato per la Fratellanza Umana, la giornata Mondiale per la Fratellanza Umana, Il Premio per la Fratellanza Umana.
Si annoverano, inoltre, tra i frutti del Documento le seguenti azioni concrete, che possono definirsi progetti a favore dell’infanzia abbandonata e malata e dei disabili: l’Associazione “Bambino Gesù del Cairo Onlus”, la Fondazione per la Fratellanza Umana, che hanno dato vita all’Orfanotrofio “Oasi della Pietà”, all’Ospedale “Bambino Gesù” del Cairo, Ospedale del Papa in Egitto, e a una Scuola per i disabili, nonchè ai cosiddetti “Veicoli Sanitari” .
A tali progetti ha partecipato, in prima persona, seguendo ogni fase della loro realizzazione, lo stesso Monsignor Gaid, il quale, nel corso della Conferenza, ha sottolineato come il Dialogo tra le religioni rappresenta una via di Verità, non è diretta a secondi fini, ma trasforma la competizione in collaborazione, come afferma Papa Francesco.
Monsignor Gaid ha concluso il suo intervento illustrativo affermando che il testo del Documento guarda al futuro: i due Capi religiosi «promettono», «chiedono» e «auspicano».
La loro promessa è di impegnarsi personalmente a diffondere la Dichiarazione ed i suoi contenuti, la loro richiesta è che essa venga inclusa nei programmi di istruzione ed il loro auspicio è che essa venga accolta in modo corretto, vale a dire come un invito alla riconciliazione, come un appello a ogni coscienza, come una testimonianza di fede in Dio e, infine, come un gesto di prossimità amorevole o, come viene detto letteralmente, un «abbraccio» tra popoli nella loro diversità.