Italy
This article was added by the user . TheWorldNews is not responsible for the content of the platform.

Come provocatore Biden non ha rivali

Prima le sanzioni alla Russia e le armi all’Ucraina, poi le provocazioni alla Cina per difendere Taiwan e ora la risposta muscolare alla Nord Corea. Se l’intento di Joe Biden è quello di calmare le tensioni internazionali allora il suo è un flop che finirà dritto dritto nei libri di storia, mentre se il suo scopo è quello di scatenare la terza guerra mondiale allora si può dire che è sulla buona strada.

Come provocatore Biden non ha rivali

In questa delicatissima stagione il comportamento di Biden appare esclusivamente orientato nel mostrare i muscoli davanti a ogni crisi

Già perché il comportamento dell’inquilino della Casa Bianca in questa delicatissima stagione appare esclusivamente orientato nel mostrare i muscoli davanti a ogni crisi – vera o presunta che sia – portando a crescenti tensioni che rischiano di culminare in un’escalation da cui è impossibile tirarsi fuori.

Così appare incomprensibile capire come mai mentre impazza una guerra senza uscita in Ucraina e crescono le tensioni con Pechino, Biden ha pensato bene di sparare cinque missili verso il mare della Cina – uno dei quali è pure caduto su una cittadina sud coreana fortunatamente senza causare vittime – in risposta al lancio di due giorni fa di un missile da parte di Kim Jong-un che ha sorvolato il Giappone.

Del resto il dittatore di Pyongyang in questi anni ci ha abituato a test continui ma mai fino ad ora la Casa Bianca ha dato il via a una risposta militare tanto netta, seppur ancora dimostrativa, proprio per evitare che le bizze nord coreane possano sfociare in un conflitto vero e proprio.

E fa acqua da tutte le parti anche solo pensare che questo atto dimostrativo americano possa in qualche modo aver spaventato Kim che, è bene ricordarlo, vive in uno degli Stati più isolati al mondo, possiede armi nucleari e, soprattutto, gode di un forte appoggio popolare frutto di anni di propaganda.

Certo le turbolenze ci sono e non si può dire che siano state causate da Biden. Questo, però, non significa che lui puntualmente non ci stia mettendo il carico da novanta con un atteggiamento a tratti schizofrenico.

Basti pensare alla guerra in Ucraina dove da un lato minaccia Vladimir Putin per aver dato via a un’insensata invasione dell’ex repubblica sovietica e lo riempie di sanzioni, mentre dall’altro implora Xi Jinping di restare fuori dal conflitto e di intercedere con lo zar per arrivare a un cessate il fuoco.

Peccato che mentre avanza questa richiesta ai cinesi, subito si affretta a provocarli con una serie di viaggi a Taiwan da parte di esponenti di spicco della sua amministrazione per ribadire che in caso di invasione dell’isola contesa, allora gli Stati Uniti interverranno militarmente. Eppure la situazione tra Pechino e Taipei è in stallo da tempo tanto che, almeno per il momento, nessuno ha il sentore che possa iniziare un conflitto.

Insomma anche qui si tratta di provocazioni belle e buone per le quali è lecito chiedersi come mai Biden si stia comportando così. Il dubbio, nemmeno tanto nascosto, è che il presidente – ben consapevole che si tratta di teatri di guerra lontani dall’America – stia tirando la corda per distogliere l’attenzione dei suoi concittadini sui tanti problemi interni al Paese e a cui non sembra sapere rispondere. Ma c’è di più.

Non si può escludere, infatti, che il suo scopo sia anche quello di causare ‘danni’ alle economie rivali, in primo luogo Cina e Russia ma anche l’Unione europea che obbedisce scelleratamente ai suoi ordini infliggendo sanzioni che ne stanno minando la stessa sopravvivenza, così da lasciare intatto il potere e il peso politico degli Stati Uniti che non vuole rinunciare al suo ruolo di unica superpotenza mondiale.