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Contanti ed economia sommersa: le regioni che usano meno la carta evadono di più

Più pagamenti in contanti, più evasione fiscale. La correlazione era anche intuibile, ma a confermarla arriva l'ennesima fonte autorevole, il report dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio che esamina le future possibili manovre del governo. Tra i provvedimenti previsti dal primo DDL di bilancio del governo Meloni, infatti, ci sono l’innalzamento del tetto delle transazioni che possono essere regolate in contanti, che passano da un massimo di 1000 euro a uno di 5000 euro, e l'innalzamento a 60 euro della soglia per cui un esercente è obbligato ad accettare i pagamenti con il bancomat

Tuttavia ci sono alcune cose da considerare quando si parla di un maggior utilizzo dei contanti, e in particolare il fatto che là dove le transazioni cash aumentano, si osserva anche un aumento in parallelo dell'economia sommersa. Ad evidenziarlo sono le elaborazioni dell'Ubp fatte a partire dal campione italiano dello «Study on the use of cash by households» della Bce e dai dati della «Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva» allegata alla Nota di aggiornamento al DEF del 2019. 

«La letteratura economica è pressoché concorde nel ritenere che vi possa essere un legame positivo tra diffusione dell’evasione e utilizzo del contante come mezzo di pagamento», dice il report, spiegando che, non essendo tracciabile, «il contante faciliterebbe la cosiddetta evasione “con consenso” nella quale vi è un accordo tra venditore e acquirente nell’occultare parte dei ricavi delle vendite». 

Le differenze regionali su contanti ed evasione

Come spesso accade, l'Italia viene divisa dai dati in tante piccole realtà che raccontano situazioni piuttosto diverse. La costante è che il nostro Paese è uno di quelli in Europa in cui il contante è usato con maggiore frequenza - nell'82% delle transazioni - subito dopo Malta (88%), Cipro e Spagna (entrambe ferme all'83%). 

Guardando su base regionale però è chiaro come l'incidenza dell'economia sommersa sia direttamente proporzionale alla quota di utilizzo del contante. In Calabria, dove l'uso del contante supera il 90%, la stima del sommerso ha un'incidenza del 21%. Così succede anche in Campania, dove a fronte di un quasi 80% delle transazioni che vengono gestite cash, si riscontra circa un 20% di economia sommersa. 

Contanti ed economia sommersa le regioni che usano meno la carta evadono di più

Tra le regioni più virtuose, che dimostrano d'altro canto quanto il maggior uso dei pagamenti elettronici possa combattere l'evasione, si trovano la Lombardia (con meno dell'11% di economia sommersa stimata a fronte di transazioni cash tra il 55% e il 60%) il Friuli Venezia Giulia (con dati grossomodo equiparabili a quelli della Lombardia) e l'Emilia Romagna (con il 12% di economia sommersa e poco meno del 65% di utilizzo del contante). 

In generale, dunque, un innalzamento della soglia dei contanti sembra non essere preferibile. Anche perché, specifica il report dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio, «la modifica della soglia del contante va nella direzione opposta rispetto a quanto richiesto all’Italia nelle Raccomandazioni del Consiglio della UE»,  che «richiedeva di intensificare gli sforzi per ridurre l’evasione fiscale e l’economia sommersa, in particolare potenziando i pagamenti elettronici obbligatori mediante un abbassamento dei limiti legali per i pagamenti in contanti».

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