Italy
This article was added by the user . TheWorldNews is not responsible for the content of the platform.

Dal maglione della mamma di Pregliasco alle pastarelle con la panna di Vergassola: il primo bel ricordo di 101 personaggi

Il primo bel ricordo di Fabrizio Pregliasco, virologo di Milano, risale a sessant'anni fa: "Io piccolo, nel salotto della casa in cui abitavo con la mia famiglia. Un abbraccio caldo: quello della mia mamma che indossava un maglione soffice, di una morbidezza e consistenza che oggi, a distanza di quasi 60 anni, sto ancora cercando. Perché era la morbidezza della lana unita a quella del calore dell’amore materno".

Per Dario Vergassola, comico, cabarettista, la memoria indimenticabile è una notte da tredicenne di tende, lucciole, amori giovanili, pensieri infiniti, ravioli e paste con la panna: "Vivevo a Rebocco, quartiere periferico di La Spezia, eravamo una famiglia povera e vivevamo alla periferia della periferia, in una casetta al confine con il bosco. Una situazione un po’ da neorealismo (...). Succede che uno dei ragazzini che abitava lì vicino, non so per quale motivo, porta una tenda e, con la scusa che era estate, i nostri genitori ci lasciano fare un finto campeggio (...) Abbiamo montato la tenda praticamente a dieci metri da casa, eravamo cinque o sei tra ragazzini e ragazzine, era buio fitto, intorno a noi solo lucciole e grilli, in cielo le stelle che splendevano (...). Nel guardare quell’ambaradan di stelle mi sono chiesto “dove finiva l’infinito”. E mentre io facevo queste considerazioni profonde gli altri, scoprii dopo, amoreggiavano. (...) Il mattino dopo mi risvegliò, come ogni domenica, un leggero cigolio. Erano papà e mamma che sul tavolo della sala facevano i ravioli. Sulla sedia che fungeva da comodino avevano appoggiato un vassoietto con dodici paste con la panna che io nel dormiveglia mi mangiai lentamente, una per una".

Lo scaldacuore

Di loro due, come di altri 98 personaggi famosi e non, con mestieri comuni o particolari, Paola Scarsi, scrittrice e giornalista, ha raccolto in un libro - "Lo scaldacuore" - il primo bel ricordo, "quello che torna alla mente nei momenti tristi, che rallegra, quello che va raccontato alle persone più care chiudendo gli occhi, tornando indietro nel tempo", qualcosa che scalda il cuore, appunto.

C'è Luca Barbareschi, direttore del teatro Eliseo ed elettore meloniano, che ricorda "le passeggiate a Montevideo in Uruguay, il Paese che mi ha messo al mondo, con il mio cane Whisky, mio papà e mia mamma, Passeggiate lunghissime, davanti all’Oceano Atlantico. Erano gli anni ’50, avevo quattro o cinque anni. C’era un grande vento, il Pampero, un vento freddo che viene dal Polo Sud, la sabbia che si alzava, noi che camminavamo veloci, mia madre che indossava un cappotto, mio padre che arrivava dalla macchina parcheggiata ai limiti della spiaggia, una delle poche macchine in circolazione all’epoca".

I ricordi degli sportivi

Gianni Bugno, dirigente sportivo, campione del mondo di ciclismo, trattiene il giorno in cui vinse il “Gran Premio della Liberazione”, a Roma alle Terme di Caracalla, il 25 aprile: "Ricordo che partii da solo da Monza, in treno, con la mia bicicletta, arrivai, diedi tutto me stesso e vinsi. Ero proprio da solo, senza squadra, a differenza di molti altri concorrenti, anche perché poi partivo per andare a fare il Giro delle Regioni nazionale. Forse meno importante di tante altre mie vittorie, ma è quella che ricordo ancora con maggiore intensità".

Torna ad Almeria, in Spagna, ai Giochi del Mediterraneo del 2005, Vanessa Ferrari, ginnasta, prima italiana a salire sul tetto del mondo nella ginnastica artistica. "Avevo gareggiato in 6 competizioni e avevo conquistato 5 ori e un argento e mi arrabbiai perché volevo 6 ori; se fino a quel momento ero definita “la farfalla di Orzinuvi” questo atteggiamento mi valse il soprannome di “Cannibale”. Detto così può sembrare che non sia un bel ricordo, invece, proprio da quella gara capii che stavo raggiungendo un livello davvero alto, che stavo diventando forte nella ginnastica. Quella fu la prima volta che capii che avrei potuto fare grandi cose: l’anno seguente, al mio esordio da Senior, divenni campionessa del mondo".

Sensi e vertigini

È un'attrazione e una vertigine il primo bel ricordo di David Riondino, attore, regista, che da piccolo abitava a Firenze a un piano alto "in una stanza c’era una finestra, forse una porta finestra che si poteva raggiungere con una scaletta perché non era all’altezza del pavimento. Da quella porta finestra entrava la luce che io vedevo dal basso: quelle scale e quella porta illuminate da quel fascio di luce proveniente dall’esterno avevano per me un effetto vagamente mistico: il fanciullo seduto a terra che guarda affascinato... Sinché una volta mi arrampicai sulla scaletta e mi recuperarono mentre stavo vagando sulla balaustra".

Dei cinque sensi passa invece per l'olfatto la memoria scalda-cuore dell'attore toscano Luca Calvani: un pomeriggio in pineta a 4 anni insieme alla sorella vicino a Cinquale in Versilia: "Quello che mi ricordo da allora è proprio l’odore della pineta nel pomeriggio estivo, il profumo acre della resina, noi che raccoglievamo le pigne da cui tiravamo fuori i pinoli per poi schiacciarli con uno zoccolo sul muretto; ricordo l’appiccicaticcio della resina, quell’odore particolarissimo di sole che picchia sulla macchia, un profumo che mi è sempre rimasto impresso e che ho sempre cercato di riproporre anche a livello creativo quando ho fatto il mio “Gin all’elicriso” e anche dopo, con i profumi e con il sapone che produco nel mio Casale... Quell’odore di erba secca al sole, profumo di estate che mi è rimasto nel cuore e nella mente da allora".

Non è facile ricordare

E ancora, ci sono i ricordi di cavalli e sfogliatelle alla crema del conduttore Fabio Canino, i sogni da astronomo del giornalista Gino Castaldo, le bottiglie di latte appena munto nella Catania popolare degli anni Cinquanta di Leo Gullotta. "Alcuni mi hanno confessato che non è stato facile scegliere tra molti bei ricordi - racconta l'autrice - altri che è stato bello ma impegnativo tornare indietro nel passato, altri ancora mi hanno ringraziato perché, senza la mia sollecitazione non avrebbero mai ricordato quell’episodio, qualcuno ha detto aspetta non te lo posso dire ora, fammici pensare bene, richiamami". Poi hanno richiamato ed è nata questa piccola raccolta di nostalgie talvolta chiuse in un cassetto e ora condivise.