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DALLE URNE A PALAZZO CHIGI

SCENARI/ Un mese complicato per voltare pagina sul serio

Tutti i passaggi per arrivare al nuovo governo. Il 13 ottobre si riuniranno per la prima volta le nuove Camere. A seguire le consultazioni del capo dello Stato per arrivare al nuovo Esecutivo

Di Francesco Vitale

Tutto a posto? Conclusa questa folle estate di politica e di elezioni? Macchè. La Meloni ha  vinto come tutti si aspettavano, ma prima che lei – o altri – salga a Palazzo Chigi ci vorrà tempo. Abbiamo tutti davanti un mese complicato per voltare pagina sul serio, cio sono tanti passaggi tecnici e istituzionali per arrivare al nuovo Esecutivo, per passare dall’espressione della volontà popolare alla nascita di un governo. In queste ore tutti attendono di avere i numeri reali in termini di seggi ottenuti sia alla Camera che al Senato, e quasi ci siamo, poi inizia la liturgia per trasformare  voci e percentuali in un governo in carica.

PROCLAMAZIONE DEGLI ELETTI – Una volta terminato lo scrutinio dei voti, nelle prossime ore, si attende qualche giorno per la proclamazione degli eletti da parte degli uffici elettorali presso le Corti d’appello. Probabilmente quest’anno tale passaggio sarà un po’ complicato dalla presenza di una nuova e mai sperimentata legge costituzionale, che ha ‘tagliato’ i parlamentari portandoli da 945 a 600.

PRIMA SEDUTA DELLE CAMERE – É fissata il 13 ottobre con il decreto che ha deciso anche la data del voto, ancora da decidere l’ora. In questa prima seduta si proclamano gli eletti e si procede all’elezione dei presidenti di Camera e Senato.

ELEZIONI DEI PRESIDENTI DELLE CAMERE – Nella seduta inaugurale delle Camere si procede all’elezione dei due presidenti. Le modalità di elezione sono diverse per i due rami del Parlamento. Al Senato si chiude necessariamente entro il quarto scrutinio: primo e secondo voto sono a maggioranza assoluta dei componenti, terzo voto è a maggioranza assoluta dei senatori presenti, se nessuno raggiunge nemmeno questa maggioranza si procede al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che consegue un voto in più.  Alla Camera al primo scrutinio servono i due terzi dei componenti, al secondo e terzo voto il quorum si abbassa a due terzi dei votanti, dal quarto scrutinio basta la maggioranza assoluta dei voti e si procede a oltranza. Dal 1948 ad oggi non si è mai superato il quinto scrutinio. Dunque l’elezione dei due presidenti non dovrebbe tardare oltre il 15 ottobre, che è un sabato, anche se alcuni boatos parlano di trattative lunghe che potrebbero far slittare di qualche giorno la chiusura della partita.

CONSULTAZIONI DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA –  Una volta eletti i presidenti di Camera e Senato, il Presidente della Repubblica di prassi convoca le consultazioni. Se le elezioni dei presidenti non avranno intoppi, la finestra per le consultazioni si potrebbero aprire già dal 17-18 ottobre. Sempre per prassi salgono al Quirinale gli ex presidenti della Repubblica (in questo caso ci potrebbe essere una telefonata con il presidente emerito Giorgio Napolitano), i due presidenti appena eletti e i rappresentanti dei partiti presenti in Parlamento.  Solitamente vengono sentiti i capigruppo a cui normalmente si uniscono i leader dei partiti. Se il risultato è chiaro le consultazioni sono veloci, due o tre giorni, e si concludono con l’incarico a un presidente del Consiglio entro poche ore dalla conclusione. Anche in questa occasione il Presidente non ha nessuna intenzione di perdere tempo, visto che ci sono scadenze urgenti che incombono, dalla scrittura della manovra al vertice del G20 in Indonesia. Se sorgono problemi tra i partiti, si puo’ procedere a più ‘giri’ di consultazioni. La formazione più lunga di un governo tocca il record di 88 giorni, per la nascita del governo Conte 1. A normare la formazione del governo c’e’ l’articolo 92 della Costituzione che recita: “Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri”.

INCARICO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO –Una volta che il presidente della Repubblica conferisce l’incarico al presidente del Consiglio, questi solitamente accetta con riserva e conduce sue ‘consultazioni’ con i partiti disposti a sostenere il suo esecutivo. Si comincia a formare un programma e a stilare una lista di ministri. Davanti a un risultato netto di solito in uno o due giorni anche queste ‘consultazioni’ si concludono.

SCIOGLIMENTO DELLA RISERVA – Se le consultazioni del premier incaricato hanno esito positivo, questo torna al Quirinale, scioglie la riserva e viene nominato presidente del Consiglio. All’uscita dallo studio alla Vetrata, dove ha appena parlato con il Capo dello Stato, il neo presidente del Consiglio legge la lista dei ministri.

GIURAMENTO DEL GOVERNO – Il giorno dopo o anche poche ore dopo lo scioglimento della riserva, il presidente del Consiglio e i ministri giurano al Quirinale nelle mani del presidente della Repubblica. Se non sorgeranno intoppi politici, il governo potrebbe dunque giurare già negli ultimi giorni di ottobre o al massimo i primi di novembre.  Il premier uscente lascia palazzo Chigi e il nuovo presidente del Consiglio riunisce per la prima volta il Consiglio dei ministri durante il quale si nomina il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Segretario del Consiglio e si assegnano le deleghe ai ministri senza portafoglio. Il governo è ufficialmente in carica e puo’ cominciare a varare decreti legge e disegni di legge, gli strumenti principali della sua attività.

FIDUCIA AL GOVERNO – Una volta giurato il premier si prende uno o due giorni per scrivere il discorso programmatico con cui si presenterà alle Camere (questa volta si dovrebbe cominciare da Montecitorio) per chiedere la fiducia. Con i nuovi numeri dei parlamentari saranno ora necessari 201 sì alla Camera e 104 sì al Senato. Va precisato che il governo è già ufficialmente operativo anche prima della fiducia e il premier puo’ già presenziare ai vertici internazionali. Va ricordato, ad esempio, che il 15 novembre è già in programma il summit del G20 in Indonesia. Una volta incassata la fiducia l’esecutivo e’ nel pieno delle sue funzioni e puo’ cominciare a lavorare.