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"Decifrare il 'codice del cervello' per recuperare vista, olfatto e udito danneggiati". La ricerca di Moroni: "Abbiamo elaborato messaggi per i neuroni"

TRENTO. "I codici che più ci affascinano sono senza ombra di dubbio quelli che ancora devono venire decifrati. Tra di loro il codice del cervello". E' così che Monica Moroni, già ricercatrice per il Centro di Neuroscienze e dei sistemi cognitivi dell'Università di Trento e attualmente del Digital Health and Wellbeing Center, Data Science for Health di Fbk, ha ricevuto il terzo premio nell'ambito "Scienze della vita" per il Premio Trentino per la ricerca.

"Abbiamo cercato di studiare il linguaggio del cervello attraverso l'optogenetica - spiega intervistata da il Dolomiti -. Abbiamo provato a scrivere dei messaggi, per applicarli poi in un successivo momento sui topi. Messaggi 'semplici' e mirati che attivano determinati neuroni. In questo modo così riusciamo a capire come funziona il cervello e quali aree vengono attivate".

Ma facciamo un passo indietro. Per "codice neurale" si intende "l’insieme dei meccanismi utilizzati dai neuroni per codificare, trasmettere ed elaborare informazioni - prosegue -, che è alla base di ogni processo cognitivo: la sua comprensione è uno degli obiettivi più affascinanti della ricerca. Al contempo, la complessità del codice neurale stesso rende il suo studio una delle sfide più difficili delle neuroscienze".

Questo progetto di ricerca si pone come obiettivo "l’investigazione dei meccanismi neurali alla base della percezione sensoriale in un modello animale, il topo". L’attività di ricerca svolta si è concentrata in due direzioni principali. "Da una parte - sostiene Moroni - lo sviluppo e la validazione di strumenti e tecniche per registrare l’attività neurale con elevata precisione spazio-temporale".

La seconda parte del progetto invece "ha coniugato tecniche sperimentali innovative con lo sviluppo di nuovi modelli computazionali per lo studio del codice neurale per la percezione". Il risultato principale ottenuto è stata la "creazione e validazione di una nuova cornice concettuale per lo studio del codice neurale, in cui si mira a rivelare quali meccanismi neurali sono coinvolti in maniera causale nell’intero processo percettivo".

Per ora il focus della ricerca è sull'olfatto, "la regione del cervello più vicina e raggiungibile - dichiara la ricercatrice -. Siamo riusciti a creare un modello basato sugli elementi responsabili della codifica degli odori. Il passaggio successivo adesso è riuscire ad applicarlo alla realtà".

Per quanto non sia ancora possibile svelare del tutto questo codice, "oggi alcuni dei suoi meccanismi diventano più chiari - conclude-: forse un domani grazie a questa ricerca persone con il senso della vista, dell'olfatto, dell'udito danneggiati potranno tornare a provare sensazioni che oggi hanno perduto. Comprendere e 'manipolare' l’attività neurale, oltre a fornire potenzialità incredibili, solleva anche importanti interrogativi dal punto di vista etico e aprirà sicuramente un dibattito in futuro".