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Delmastro attacca sulla visita in carcere a Cospito: "Il Pd deve spiegare l'inchino ai mafiosi". Ira dei dem

Un "inchino" del Pd ai mafiosi. Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, in un'intervista al quotidiano 'Il Biellese', racconta la sua versione dei fatti e attacca ancora i quattro parlamentari Pd in visita nel carcere di Sassari, lo scorso 12 gennaio, per valutare in quali condizioni di salute fosse l'anarchico Alfredo Cospito in sciopero della fame. Un sopralluogo finito al centro dell'intervento di Giovanni Donzelli di FdI il 31 gennaio in Aula alla Camera che ha scatenato la furia dei dem. Il Pd "dovrà spiegare all'opinione pubblica quell'inchino ai mafiosi", dice Delmastro sul giornale della sua città. Parole durissime, che rinfocolano lo scontro. E contro le quali il Pd annuncia querele e richieste di risarcimento danni, reiterando con forza l'appello alle dimissioni dei due fedelissimi di Meloni: "Gli uomini della Meloni continuano a diffamare il Pd - dichiara il Nazareno - Lo fanno per nascondere le gravissime responsabilità di Delmastro e Donzelli che hanno divulgato informazioni sensibili e riservate. Lascino i propri incarichi perché hanno dimostrato di non esserne all’altezza e, se non lo fanno loro, glielo faccia fare Giorgia Meloni, che non può continuare a coprire questi comportamenti".

Il nuovo attacco di Delmastro

Delmastro continua a ribadire la linea che il centrodestra sta portando avanti da giorni, nonostante la replica del Pd: "Abbiamo parlato con questi detenuti (quelli detenuti al 41bis al carcere di Sassari assieme a Cospito, ndr) tanto quanto avremmo parlato con Cospito. E siamo andati lì solo ed esclusivamente per ragioni umanitarie per verificare le sue condizioni di salute", come ripete Debora Serracchiani, capogruppo alla Camera del Pd, tra i parlamentari in visita nel penitenziario a metà gennaio.

Il sottosegretario alla Giustizia, vicinissimo alla premier, citando quanto detto da Walter Verini, ricorda che Cospito aveva detto ai dem di non voler parlare con loro se prima non avessero parlato con gli altri. E tra questi altri c'erano i due boss De Maio e Presta. Ora su 'Il Biellese' commenta ancora: "Una richiesta che la delegazione del Pd non ha rifiutato, accettando di fare quell'inchino parlando con i due criminali". Parole forti, che fanno riferimento al gesto di riverenza riservata ai boss.

Non solo. Secondo Delmastro le polemiche del Pd "finora hanno solo aiutato a farci inquadrare dal mirino dei terroristi tant'è che io mi trovo sotto scorta. Mi sembra di essere tornato ai tempi in cui la sinistra parlava dei terroristi come 'compagni che sbagliavano' con un atteggiamento giustificazionista che in questo caso riguarda Cospito al punto che per parlare con lui si vanno ad ascoltare anche le ragioni dei mafiosi", aggiunge il sottosegretario alla Giustizia.

Delmastro e l'inchino, l'ira del Pd

La reazione del Partito democratico al nuovo affondo meloniano è durissima. "Se Meloni vuole ristabilire una corretta dialettica democratica, non puo' lasciare Delmastro e Donzelli un minuto in più al loro posto. E Nordio smetta di avallare, per coprire i due, la diffusione di informazioni tra detenuti al 41bis: una gravità inaudita", dichiara il deputato e vicesegretario Peppe Provenzano.

I democratici nelle prossime ore presenteranno querele e richiesta di risarcimento danni nei confronti del sottosegretario Delmastro e del deputato Donzelli "per le gravi affermazioni, ripetutamente effettuate dagli stessi in diversi contesti, diffamanti e lesive della onorabilità dei parlamentari Pd e gravemente offensive della storia e dell'impegno di una forza politica che ha avuto e continua ad avere come proprio valore fondante la lotta alla criminalità organizzata e a ogni forma di terrorismo. Siamo certi - si legge in una nota del partito - che i due parlamentari si assumeranno la responsabilità delle loro gravi affermazioni senza nascondersi dietro l'immunità parlamentare".