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Elezioni, i Democratici costruiscono un'alleanza con l'impegno dei cittadini e la sinistra verde italiana. Letta: "Adesso corriamo". Attacco di centrodestra: "Accordo per le poltrone"

Al termine di una giornata di conferenze a Nazaret, l'impiegato democratico guarda al futuro. La campagna elettorale è "

Ronny Gasbarri,

"Oggi finiscono questi complicati dibattiti, da domani si volta pagina." Al termine di una giornata di incontri al Nazareno, Enricoletta guarda al futuro. La campagna sarebbe caratterizzata da attività nella regione per "convincere gli italiani" a votare per la coalizione di centrosinistra. Letta è abbastanza potente da sfidare finalmente Meloni, Salvini e il centrodestra di Berlusconi nei risultati delle elezioni politiche del 25 settembre. Dopo aver firmato prima un accordo elettorale (certi 'non governativi') con Nicola Fratoianni (Si) e Angelo Bonelli (Verdi), il segretario del Pd annuncia 'Adesso ci rimbocchiamo le maniche' e poi firmato un accordo con Luigi Di Maio. Bruno Tabacci (Civic Commitment) si pone invece come "Inferenze sul futuro". Un doppio attaccante che si aggiunge a quanto già confezionato in Più Europa e Azione, archiviando il quadro dell'alleanza in campo progressista. Ovviamente non abbiamo ricevuto un tweet da Carlo Calenda favorevole (o contrario) all'accordo firmato, ma Letta ha detto che era più che mai necessario fare un passo indietro per il bene di tutti.

Con questo in mente, i leader democratici hanno raggiunto il consenso su diversi fronti. Con Si e Verdi ha sostenuto che "la legge elettorale potrebbe portare a un diritto unitario di ottenere la maggioranza dei due terzi in parlamento se fossimo tutti divisi, così che si concludesse il necessario accordo costituzionale". In breve, l'"avvertimento" sollevato da Letta è chiaro: "La carta non dovrebbe essere riformata da Salvini e Meloni". Per questo, secondo l'accordo siglato tra Si e Verdi, l'obiettivo è "eleggere quanti più parlamentari progressisti, democratici e ambientalisti, evitando l'affermazione del blocco di destra". Una battuta che scatena la dura risposta di Matteo Salvini (Lega) e Antonio Tajani (FI) oltre che di Giuseppe Conte (M5s): in sostanza tutti e tre i democratici stanno facendo 'frittura mista', 'accatastando' e accusano. "Divisionare i seggi elettorali" e "preservare i seggi". Anche il leader di IV, Matteo Renzi, non è gentile. Secondo Letta, "La sinistra radicale sta rivelando la verità. Anche loro sono alleati di colui che ha rovesciato Draghi".[20] Non solo, ma l'ex segretario afferma che «con la sua strategia, Letta cede palazzo Chigi alla Meloni».

Ma dalla fazione nazarena, questa volta l'ex segretario ha risposto con asprezza: "È sorprendente che praticamente tutti gli elettori e gli estremisti del Pd abbiano espresso un giudizio così duro senza appello. Non dovrebbe riguardare lui e le sue allegorie politiche". Tuttavia, al termine del lavoro di tessitura, Lette riuscì a delineare la portata politica e il peso dei vari poteri rispetto alla suddivisione dei collegi uninominali. Con Calenda e della Vedova c'è un "accordo elettorale" (70% del collegio elettorale Democratico e 30% di Azione/Piu Europa) e con Fratoianni e Bonelli un "accordo volto a preservare la costituzione e la democrazia" (80%) con DiMaio e Tabac nel “patto di connessione” (92% per i Democratici, 8% per Impegno Cittadino). Secondo i calcoli approssimativi della Segreteria, la distribuzione dovrebbe essere la seguente: 59% Pd, 24% Azione, 14% Sì-Verdi e 3% Impegno Cittadino. 

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