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Etichette anti-alcol, l'allarme anche in Trentino. Barbacovi: ''Ci sarebbero danni enormi per le nostre eccellenze vinicole''

TRENTO. Il blitz irlandese sulle etichette allarmistiche sul vino "va fermato per difendere un prodotto simbolo del nostro Paese che è anche il principale produttore ed esportatore mondiale con oltre 14 miliardi di fatturato e dà lavoro dal campo alla tavola a 1,3 milioni di persone". E’ quanto afferma la Coldiretti dopo che l'Irlanda ha notificato all'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) le norme tecniche sull'etichettatura "salutista" degli alcolici, da applicare a tutti i prodotti alcolici venduti in Irlanda, siano essi prodotti localmente o importati. Il periodo per la presentazione delle opposizioni scade tra 90 giorni.

 Dopo aver incassato l’autorizzazione Ue, il Governo di Dublino – spiega in una nota la Coldiretti - "vuole ora il via libera dal Wto per adottare un’etichetta per vino, birra e liquori con avvertenze terroristiche, che non tengono conto delle quantità, come 'il consumo di alcol provoca malattie del fegato' e 'alcol e tumori mortali sono direttamente collegati". Un provvedimento preso nonostante i pareri contrari di Italia. Francia e Spagna e altri sei Stati Ue, che considerano la misura una barriera al mercato interno, e l’annuncio della stessa Commissione di possibili iniziative comuni sull’etichettatura degli alcolici.

E’ del tutto improprio assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità a più bassa gradazione come il vino che è diventato l’emblema di uno stile di vita lento, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol” ha affermato il presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige Gianluca Barbacovi.

Viene realizzato all’estero più della metà del fatturato del vino italiano per un totale di 8 miliardi nel 2022 che – sostiene la Coldiretti – potrebbero essere messi a rischio dal diffondersi di ingiustificati allarmi in etichetta mirati a contenere i consumi di un prodotto presente sulle tavole da migliaia di anni e che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea.

“Il giusto impegno dell’Unione per tutelare la salute dei cittadini – spiega ancora Barbacovi - non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate. Si pensi al danno che questo tipo di etichettatura potrebbe portare alle eccellenze vinicole del Trentino Alto Adige, che si sono affermate negli anni per la loro qualità e sono parte integrante di una dieta equilibrata, non certo causa di un eccessivo consumo di alcol”.