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Gerenzano, la bara non entra nel loculo: la rabbia dei parenti, le scuse del Comune

Calcolate male le dimensioni della tomba, proprio durante la tumulazione di una salma dopo il funerale, il feretro nella bara non entra nel loculo adibito nel cimitero di Gerenzano: così gli operai hanno dovuto fare numerose manovre per riuscire nell’impresa, sotto gli occhi attoniti e angosciati dei parenti della defunta.

Cimitero di Gerenzano: “La bara di nostra madre nel loculo con manovre irrispettose”

A rendere nota la vicenda sono le figlie dell’anziana tumulata, Mafalda e Stefania Perlini, che hanno preso carta e penna per protocollare una lettera di protesta in Comune. Raccontando i contorni grotteschi dell’accaduto vissuti al cimitero di Gerenzano: la bara che non entra nel loculo. Si lamentano contro il trattamento ricevuto dalla cooperativa che gestisce il cimitero: “La tumulazione di nostra madre è avvenuta in modo difficoltoso, bizzarro, con sistemi poco ortodossi e maldestri nel gestire la calata della bara nella fossa di accesso al loculo, già occupato dal marito e quindi di un loculo già esistente”, raccontano. “Già al momento dell’ingresso al cimitero la bara è stata caricata con non poche difficoltà su un carrello fatiscente, spintonato con sobbalzi. Arrivati alla tomba, abbiamo notato che le dimensioni non erano adeguate, obbligando gli operai a manovre improbabili e di certo non rispettose del corpo di un defunto”.

Il feretro calato in verticale e spintonato: la rabbia dei parenti

Alla fine il feretro è stato calato in posizione verticale e spintonato con forza, anche utilizzando spranghe di ferro nel tentativo di sollevare la bara per posizionarla in fondo. Manovra non completamente riuscita, tanto che la bara è stata lasciata al limite del margine esterno, per poi murare. “Un addetto ai lavori è anche saltato letteralmente sulla lapide, camminandoci sopra come se fosse una normalissima area calpestabile”. 

Il Comune e la presa di posizione contro la cooperativa

Scritta una lettera-denuncia protocollata in Comune, le due sorelle sono state contattate dal sindaco Stefania Castagnoli: “Apprezziamo le sue scuse – commentano – e la ringraziamo, credendo nel suo sincero rammarico. Ma niente potrà cancellare quelle immagini da film dell’orrore”. Castagnoli, da parte sua, annuncia che “tramite gli uffici, abbiamo già convocato la cooperativa affinché fornisca spiegazioni”.

Redazione web
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