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I rincari spengono la pizzeria nel centro di Mantova: «Impossibile andare avanti»

Dopo nove anni Coracino chiude e si congeda da piazza 80° Fanteria. La titolare: «Schiacciati da bollette, materie prime e spese condominiali»

MANTOVA. L’ultima pizza l’hanno sfornata sabato scorso, poi la pala è finita attaccata al chiodo insieme ai progetti e alle ambizioni che avevano accompagnato l’apertura del locale, negli spazi della storica gastronomia Iotti. Dopo quasi nove anni Coracino spegne le insegne e si congeda da piazza 80° Fanteria. Un saluto amaro, venato di tristezza e percorso dalla rabbia.

«Le bollette? Sì, i rincari ci hanno dato il colpo di grazia – conferma Nicoletta Lanza – Tra elettricità, gas, materie prime e spese condominiali, andare avanti era impossibile. Non avremmo più potuto mantenere la nostra politica dei prezzi, tarata su una clientela giovane, ma l’idea di trasferire gli aumenti sul menu non ci piaceva e non ci avrebbe nemmeno premiato. Noi abbiamo un altro modo di lavorare». Il sentimento inganna la ragione e spinge Lanza a ricorrere ancora al tempo presente, ma ormai la traiettoria di Coracino va declinata al passato. C’era una volta.

«Durante il lockdown non ci ha aiutato nessuno, ci è stato pure negato il ribasso dell’affitto, e ora della rateizzazione delle bollette ce ne facciamo poco, prima o poi vanno comunque pagate – eccola, la rabbia che affiora – e poi c’è un grosso problema di carattere lavorativo, la carenza di pizzaioli. I pochi che si trovano hanno pretese fuori mercato, come fossero dei masterchef, condizioni irricevibili, soprattutto oggi».

Lanza racconta dei tentativi di opporre un argine, di organizzare una resistenza a un destino che appariva già segnato. Ma tenere chiuso d’estate a pranzo e aggredire gli sprechi non è bastato a salvare Coracino e le sette persone che ci lavoravano. Qualcuno è già riuscito a riciclarsi – brutto termine, che però calza alla necessità di un nuovo stipendio – gli altri, chissà.

L’amarezza descrive anche il rapporto tra Coracino e la piazza, una storia d’amore e diffidenza, dei tentativi di animare questo spicchio di città in ombra e dell’ostilità raccolta. Proteste per la musica troppo alta dei concerti dal vivo e sabotaggi per i posti auto sottratti dal plateatico, prima della riqualificazione avviata dal Comune.

«Sì, adesso la piazza è bella – concede Lanza – ma resta mal frequentata, la sera gira sempre gente poco gradevole. E anche il rapporto con i residenti non è stato mai facile. Se lascio a malincuore? Certo, ma non c’erano alternative». Titoli di coda.

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