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Il contrattacco ucraino arriva in Russia: il Cremlino promette una dura risposta

Il contrattacco ucraino arriva in Russia: il Cremlino promette una dura risposta

Il punto / Russia

Si tratta di uno dei fallimenti strategicamente più significativi per la Russia dall’inizio dell'invasione dell’Ucraina

"La Russia adotterà le misure necessarie per garantire la sicurezza in seguito ai continui attacchi terroristici di Kiev sul territorio russo". È una nota asciutta quella fatta trapela dal affermato il Cremlino dopo il nuovo attacco a Kursk contro un deposito di un aeroporto russo. Un attacco che arriva dopo la duplice azione delle scorse ore che ha preso di mira la base aerea russa di Engels, nella regione di Saratov, e l'aeroporto di Ryazan, a sudest di Mosca. Due attacchi, soprattutto quello di ieri, particolarmente importanti perché in profondità nel territorio russo e in aeroporti sede della forza strategica, ovvero basi in cui sono presenti bombardieri e depositi di armi nucleari.

Nell'attacco all'aeroporto di Dyagilevo danneggiato un bombardiere ipersonico Tu-22M3

Sono quindi due le puntualizzazioni: la prima evidenza è quella di come gli ucraini siano riusciti tra mille difficoltà a mettere in campo un arma, un drone esplosivo, capace di colpire obiettivi nel cuore del territorio russo, a centinaia di chilometri dal confine. La seconda evidenza arriva dall'incancrenirsi di un conflitto che ora potrebbe ancora peggiorare.

Lo dimostrano i bombardamenti su obiettivi civili portanti avanti da Mosca in Ucraina dove ad essere colpiti sono le infrastrutture energetiche: attacchi che non prendono di mira centri militari ma che hanno il malcelato obiettivo di fiaccare il morale della popolazione. Ora una ulteriore escalation è nell'aria dopo le minacce di Mosca. Non può restare infatti impunito l'attacco alle infrastrutture militari di Mosca seppure - come spiegato dal governatore della regione, Roman Starovoyt - non si registrino vittime. "A seguito di un attacco di droni nell’area dell’aeroporto di Kursk, un serbatoio di carburante ha preso fuoco" ha detto.

L'attacco, al netto delle speculazioni, potrebbe essere stato portato a termine grazie ad un nuovo drone-kamikaze capace di trasportare una testata da 75 chilogrammi di esplosivo per un raggio d’azione di quasi mille chilometri. Così come lo stesso drone potrebbe essere stato usato per prendere di mira la base Engels a Saratov usata dai bombardieri strategici Tu-95 per martellare i cittadini ucraini, la principale base operativa dell’aviazione a lungo raggio russa. E sempre un drone potrebbe essere stato usato per colpire il centro di addestramento per l’aviazione a Ryazan, 185 chilometri a sudest di Mosca: prima si è parlato di un’autobotte saltata per aria e di tre morti, successivamente fonti locali hanno riferito di danneggiamenti anche per dei velivoli.

Si tratta di uno dei fallimenti strategicamente più significativi per la Russia dall’inizio dell'invasione dell’Ucraina come scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence sulla situazione nel Paese. Il presidente russo Vladimir Putin oggi ha riunito i membri del Consiglio di sicurezza della Federazione russa per discutere di questioni relative a garanzia di sicurezza interna.

Una nuova e pericolosa svolta nella guerra in Ucraina

"Le notizie di attacchi significativi contro due basi aeree russe sono una nuova e pericolosa svolta nella guerra in Ucraina" scrive sul quotidiano statunitense Bloomberg l'ammiraglio statunitense James Stavridis, ex comandante supremo delle forze Nato, secondo il quale questi attacchi ucraini su territorio russo continueranno. "Dal loro punto di vista, c'è poco da perdere - commenta Stavridis riferendosi agli ucraini -. La Russia è già in pieno assetto di guerra e, a parte l'uso di armi nucleari (una linea che persino Putin esiterebbe a superare), il Cremlino non ha altre carte da giocare". "Questi attacchi potrebbero essere stati calibrati per servire semplicemente come dimostrazione della capacità ucraina - prosegue l'ammiraglio -. In futuro, Kiev potrà fare di più, ma farà attenzione a colpire solo obiettivi puramente militari, mantenendo il vantaggio sulla Russia in termini di diritto internazionale. A meno che Putin non si ritiri dalla guerra aerea (altamente improbabile), la sua patria sarà sotto attacco".

Allo stesso tempo, sottolinea Stavridis, "i sostenitori occidentali cercheranno di trattenere gli ucraini dal lanciare attacchi su larga scala, sperando di ridurre il rischio di un'ulteriore spirale del conflitto e di coinvolgere direttamente l'Organizzazione del Trattato Nord Atlantico. La Nato cercherà di tranquillizzare gli ucraini offrendo un maggior numero e migliori missili terra-aria per difendere le loro città e potrebbe prendere seriamente in considerazione la fornitura di aerei da combattimento". Kiev "ha tutto il diritto di rispondere contro obiettivi all'interno della Russia", conclude Stavridis, osservando che "gli attacchi con i droni mostrano una debolezza in un fronte interno apparentemente invulnerabile. Questo potrebbe aiutare i russi comuni a vedere i costi crescenti di quella che potrebbe essere meglio definita la guerra dell'ego di Putin".

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