Dopo solo quattro giorni dal rilascio il lupo “Leonardo” (è un maschio di 32,6 chili) è stato ripreso da una videotrappola assieme al suo branco che occupa il territorio del Tomatico, la propaggine più a nord del Monte Grappa
FELTRE. “Leonardo” è già tornato dal suo branco, l'esemplare ribattezzato così in onore del giovane appassionato che ha aiutato i ricercatori a completare la cattura, è l’ottavo lupo veneto dotato di uno speciale radicollare satellitare nell’ambito del progetto di monitoraggio sui lupi coordinato da Marco Apollonio dell’Università di Sassari e realizzato in collaborazione con la Regione Veneto. Tutto nasce per cercare nuove soluzioni in grado di limitare le predazioni su animali domestici.
L'esemplare in questione è un maschio di 32,6 chili che fa parte di un nuovo branco che occupa il territorio del Tomatico, la propaggine più a nord del Monte Grappa. I dati raccolti tramite il radiocollare saranno sicuramente preziosi visto che questo branco frequenta spesso il fondovalle più vicino a Feltre e utilizza un’area dove a breve partirà un importante progetto di telemetria sul camoscio.
A pochi giorni dalla cattura il lupo è stato ripreso da una videotrappola di Fabio Dartora mentre assieme agli altri esemplari del branco è intento a cibarsi. “È già perfettamente inserito nel suo branco, a testimonianza del fatto che un radiocollare a un lupo non comporta modificazioni sociali o comportamentali” il commento di Duccio Berzi, esperto di conservazione della fauna e responsabile delle operazioni sul campo.
Quando i ricercatori hanno iniziato a lavorare nella zona del monte Grappa in molti sostenevano che il territorio fosse occupato da un solo branco e che vista la superficie utile le cose sarebbero rimaste così. Tuttavia grazie alla telemetria il gruppo di Berzi ha dimostrato che i branchi presenti a oggi sono diventati tre anche se possono contare su home range decisamente più piccoli di quelli descritti in letteratura per quanto riguarda le Alpi.
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