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IL PODCAST. Dai ciclobox alle isole per i ciclisti, dai semafori intelligenti agli autovelox: Trento non è più una città per auto? Ianeselli risponde

TRENTO. A cosa è dovuto il flop dei ciclobox? Come convincere i trentini che non vivono in città a non usare l’automobile? Quali cambiamenti della mobilità urbana ci attendono nei prossimi anni? Nella settima puntata del podcast TrenTopic intervistiamo il sindaco del Comune di Trento, Franco Ianeselli, per discutere insieme a lui di sfide e possibili soluzioni. Daltronde come spiegava Paolo Bonacelli a Roberto Benigni nel film Johnny Stecchino si sa: “La piaga peggiore che affligge questa città? È il traffico”. Con tutti i doverosi distinguo del caso, quello del traffico resta anche oggi una delle maggiori sfide che devono affrontare le città europee. Qualità dell’aria e sicurezza sulle strade sono, infatti, due temi strettamente legati alla mobilità, ma fortemente connessi con molti altri settori.

Recentemente premiata dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci) con l’Urban Award per l’innovazione nelle scelte di mobilità sostenibile, la città di Trento non è esente dal problema. D’altro canto, l’amministrazione cittadina, sembra esserne consapevole. Intervistato ai microfoni di TrenTopic, il sindaco ricorda che “quando Trento è ai primi posti per migliore qualità di vita – (QUI L’ARTICOLO, NdR) – Trento non viene premiata come città più ciclabile d’Italia. Solitamente sono le città di pianura ad esserlo, pertanto ci resta ancora molto lavoro da fare”.

Il premio è stato conferito proprio in ragione dell’utilizzo sistematico e pervasivo dei dati nel guidare le scelte adottate. Come riporta Ianeselli infatti, dalle analisi condotte emerge che “50% degli spostamenti in automobile è inferiore ai 3 chilometri”. Uno dei principali fattori da gestire è infatti il traffico parassitario e cioè quello formato dall’utilizzo dei mezzi privati per brevi tratti, non per forza necessari, e che creano ingorghi. Uno degli esempi più evidenti è quello delle persone che cercano parcheggio ma che spesso girano a vuoto senza trovarlo. Effettivamente, un posto auto in città è sempre più difficile da trovare, persino a pagamento. Per ora, manca quindi una soluzione ottimale, anche alla luce del flop dei ciclobox che dovrebbero invece incentivare l’utilizzo dei parcheggi di attestamento (QUI L’ARTICOLO).

Quella dei ciclobox, è un caso strano, afferma Ianeselli “quando ne parliamo fuori da Trento, riceviamo un sacco di complimenti”. Tuttavia l’amministrazione ha preso atto che qualcosa non stava funzionando ed è passata a proporre nuove tariffe agevolate. “In realtà, ci sono curve di apprendimento - spiega Ianeselli - è questione di educazione, abitudine, di provare e vedere che è possibile”, e rilancia rimarcando l’opportunità di usare il ciclobox come strumento di protezione ad esempio delle e-bike, sia per i residenti che per i turisti.

Certo, in una città arcipelago come quella di Trento, e cioè con forte presenza di dislivelli altimetrici, il tutto rischia di restare un privilegio di chi abita nel fondovalle. Tuttavia, commenta il sindaco, “le e-bike hanno dato una grande mano, non devi essere Francesco Moser per tornare a Povo in bicicletta. Questa possibilità deve essere accompagnata con i ciclobox per proteggere i mezzi e costruire ciclabili laddove non ci sono”. È quindi una campagna contro l’utilizzo dell’automobile, quella dell’amministrazione Ianeselli? La risposta non si fa attendere, “no, è una città che va oltre l’automobile. La parola d’ordine, anche se poco suadente, è intermodalità”-

Se per il Sindaco il futuro si costruisce immaginandolo attraverso modalità alternative al trasporto su gomma, nei prossimi anni ci attenderà il rafforzamento della tratta ferroviaria Trento-Malè e, in prospettiva, anche la tranvia su via Brennero. Per ora invece, sono apparsi i primi semafori intelligenti (QUI L’ARTICOLO) e le nuove case avanzate (QUI L’ARTICOLO). All’ex-SIT, invece, ci sarà la nuova stazione delle corriere all’insegna dell’intermodalità, con annessi un parcheggio per residenti e depositi per le biciclette. “Non è l’utopia di una Trento-città-pazzerella ma è la direzione che stanno prendendo le città europee che non vogliono rimanere in retroguardia - incalza il primo cittadino -. E' l'idea è di arrivare in treno o in auto per poi prendere la bicicletta o un mezzo pubblico di trasporto”.

Resta poi il tema, quella sì una vera piaga, della sicurezza sulla strada. Le statistiche Istat sugli incidenti stradali nel 2021 descrivono un quadro della situazione che continua ad allarmare (QUI I DATI). A tal proposito, Franco Ianeselli ricorda come sulla strada sia “il tutti contro tutti, e spesso i ciclisti si lamentano anche a ragione, basti pensare alla recente tragedia di Davide Rebellin (QUI L’ARTICOLO, NdR). Allo stesso tempo, ci sono pochi ciclisti indisciplinati che non fanno un buon servizio alla categoria. Il codice della strada vale per tutti”. Ciò che emerge, è la volontà dell’amministrazione di puntare tutto su un mix di soluzioni, all’insegna dell’inter-modalità. Tutto questo, dovrebbe poi garantire “spazio liberato alla città che ne ha bisogno”.