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IL PODCAST. Dentro il Mercatino di Natale di Trento: 20 milioni di indotto tra casette e gastronomia, ma potrà rimanere così per sempre?

TRENTO. I Mercatini di Natale sono ancora un’offerta turistica autentica o uno stereotipo già visto? Quanto è sostenibile questo tipo di evento? Quali sono le maggiori sfide? Nella sesta puntata del podcast TrenTopic intervistiamo il direttore dell’Apt di Trento, Matteo Agnolin, per discutere assieme a lui dell’organizzazione dei Mercatini di Natale di Trento, edizione 2022. I Mercatini di Natale di Trento sono forse uno degli eventi cittadini più attesi durante l’anno. Situati in due delle piazze principali della città, Piazza Cesare Battisti e Piazza di Fiera, hanno aperto i battenti il 19 novembre scorso e continueranno ad accogliere curiosi e visitatori interessati fino all’8 gennaio 2023 (QUI L’ARTICOLO).

Anno dopo anno, le casette natalizie continuano a convincere turisti e realtà locali. A sentire Agnolin, avrebbero addirittura un effetto palliativo sulla proverbiale chiusura dei trentini nei confronti dell’altro. Se la città, quindi, si sta riscoprendo molto accogliente, in queste settimane sarà un’occasione di mostrarsi per le realtà produttive locali, e di vivere la piazza per la comunità dei residenti.

Tuttavia, sebbene sia ormai un evento consolidato, l’organizzazione dei mercatini presenta delle grandi sfide per stare al passo con i tempi. Se in passato, ci si interrogava su come portare i turisti a Trento, perché andavano solo nelle zone turistiche montane più famose, ora il tema è come distribuire il valore creato dai turisti sul territorio. “Il mercatino è stato il modo per attirare i turisti che un tempo non gravitavano sulla città”, conferma Agnolin. Oggi il mercatino porta grandi flussi turistici, circa 150.000 presenze solo nella città “che generano un indotto tra i quindici e i venti milioni. È sicuramente un buono spunto per riflettere su come condividere questo valore con tutto il territorio trentino”.

Il primo passo intrapreso dalla direzione di Agnolin è stato “partire da una comunicazione e un’offerta integrata su tutta la città”. Con il coinvolgimento di realtà ed esercizi locali, il direttore dell’APT punta a sfruttare questi afflussi come una vetrina e una porta d’accesso verso la provincia. L’obiettivo è quindi quello di trasformare il mercatino da punto d’arrivo per il turista, a punto di partenza verso le valli. E qui, gioca certamente un ruolo rilevante la gastronomia, spesso visceralmente legata all’identità di una popolazione. Altrettanto spesso, i mercatini sono sinonimo di castagne, bretzel e brulè. Il rischio, però, è quello di semplificare troppo l’identità trentina. Agnolin sembra avere il problema ben presente: “La realtà gastronomica locale dev’essere un gancio per far provare ai turisti anche altre esperienze, serve maggior interazione con gli altri tipi di offerta e le altre istituzioni”. Un esempio, aggiunge Agnolin, è il grande dialogo che si è instaurato con il Comune di Trento.

C’è poi una duplice sfida all’organizzazione dei mercatini 2022. Sono due aspetti questi, che sempre più stanno caratterizzando le vite di tutti noi. Da un lato l’emergenza climatica, dall’altro lato il drammatico rincaro nel costo dell’energia. Per far fronte alla situazione così critica, Agnolin conferma di aver avviato “un percorso di studio e di analisi dell’impatto attuale del mercatino, per capire quali azioni si possono intraprendere in futuro”. Da parte dell’organizzazione sembra esserci un certo livello di attenzione, testimoniato dal progetto, collaterale ai mercatini, quello di alternanza-scuola-lavoro, che presiederà nei giorni festivi alcuni punti dedicati alla raccolta differenziata. Gli studenti, trasformati per un giorno in operatori ecologici, monitoreranno il corretto utilizzo dei cestini sensibilizzando così la clientela sul tema.

Certo è, che “il mercatino di Natale ha il suo impatto ambientale”. Al netto dell’iniziativa delle cyclettes (QUI ARTICOLO) utile forse a rinverdire un po’ il profilo di sostenibilità dei mercatini, il riscaldamento delle casette continua a pesare sul bilancio green dei mercatini. Un metodo, quello usato per riscaldare le casette, che, come sottolinea Agnolin, “ad oggi sicuramente non è il più sostenibile”. “Quanto al discorso luminarie - continua il direttore - si potrebbe fare forse la scelta di un mercatino di Natale senza le ormai caratteristiche luci di Natale”, e sarebbe forse un grande segnale da dare in questi tempi, “ma si deve capire che si tratta anche di un prodotto turistico”. In sostanza, un Natale senza luci sarebbe un’offerta turistica troppo debole. Fatto nuovo dell’edizione 2022 dei mercatini, è comunque l’introduzione di misure per il risparmio energetico, come la riduzione dell’orario in cui le luci sono accese in Piazza Duomo.

Infine, una delle novità più meritevoli di quest’anno è l’allestimento di uno spazio, interno ai mercatini, per poter parlare di violenza sulle donne. Si tratta della prima casetta sulla destra all’entrata principale in Piazza di Fiera. La casetta sarà presidiata direttamente dalla questura.