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Il volo simbolo del degrado delle infrastrutture italiane

La notizia è quella di un nuovo collegamento aereo tra due città italiane attivo dal 30 ottobre. Cinquanta minuti per arrivare a destinazione a prezzi che variano dai 30 a 120 euro con Aeroitalia. Le città in questione sono Trapani e Catania. Stessa regione, punti opposti, con una distanza che supera di poco i 300 chilometri. 

Chiariamo subito, chi scrive è convinta che in linea di massima ampliare l'offerta dei servizi sia una buona cosa. Ancora di più per chi vive in un'isola perché l'insularità porta con sè una serie di oggettive difficoltà soprattutto sul fronte spostamenti. Ampliare l'offerta dei voli e aumentare l'operatività degli scali porta poi ricadute positive sul fronte del lavoro, ed è un'altra buona cosa. Tutto bello. Eppure ci sono dei però. 

Leggere di una tratta aerea tra Catania e Trapani ha un retrogusto amaro perché mette davanti a tutte le lacune del sistema di infrastrutture della Sicilia, dove ancora oggi affrontare un viaggio in auto e in treno è spesso simile a una via crucis. Non si tratta dell'italico gusto alla lamentela, si tratta di un dato oggettivo. Le strade e le autostrade in Sicilia sono segnate da interruzioni e cantieri, alcuni aperti da anni. L'iter è sempre più o meno lo stesso: annuncio del cantiere, inaugurazione, intoppo di natura varia, rimpallo di responsabilità. E qui lo scenario si amplia: i lavoratori coinvolti entrano in un tritacarne di polemiche e vertenze che porta a ritardi nei pagamenti se non a dubbi sulla stessa vita dei contratti, gli utenti restano con strade interrotte e percorsi più o meno tortuosi per raggiungere la destinazione. 

Tratte come la Palermo-Agrigento, una strada statale, sono un continuo stop and go per i cantieri. Nel 2020 la Regione ha ingaggiato uno scontro feroce con l'Anas per i cosiddetti "cantieri lumaca" sulla Palermo-Catania. Il governatore uscente Musumeci allora definiva l'Anas "una zavorra" e parlava di "fallimento". Andando oltre la contesa politica, la protesta si basava su un dato di fatto: cantieri che procedevano a passo di lumaca. Il sistema ferroviario poi è in larga parte a binario unico. I tempi di percorrenza sono estenuanti per chi vuole andare da una punta all'altra dell'Isola.

Il problema non è quindi il volo Trapani-Catania in sè, che può certamente essere comodo per alcuni, quanto il fatto che si configuri come una seria alternativa a un sistema di strade, autostrade e ferrovie deficitario. Il sistema dei trasporti siciliano merita interventi e attenzioni che vadano oltre le promesse da campagna elettorale, rigorosamente bipartisan e puntualmente disattese. Sarebbe ora di mettere i siciliani nella condizione di scegliere come preferiscono spostarsi quantomeno nella loro regione valutando più opzioni degne di menzione e realmente competitive l'una con l'altra. Doversi accontentare dell'opzione "meno scomoda" ha sinceramente stancato.

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