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Influenza: i sintomi nei bambini e quando andare al pronto soccorso

Le cose da sapere

Sono molti i casi che si registrano in questo periodo nei più piccoli. Cosa fare e quando allarmarsi? Le spie rosse da tenere d'occhio, con i consigli dei pediatri

Quest'anno l'influenza è arrivata in anticipo rispetto al solito, dopo circa due anni in cui era "sparita" come riflesso delle restrizioni anti covid. Una situazione in parte prevedibile, legata alla mancanza di immunità diffusa provocata da due anni di distanziamento sociale, come abbiamo spiegato qui. "Con l'influenza australiana sarà una stagione tosta", ha detto Fabrizio Pregliasco, professore associato di igiene generale e applicata all'università degli studi di Milano. Gli italiani a casa con febbre, raffreddore e altri sintomi sono già tantissimi, ma il picco - secondo l'esperto - arriverà a Natale, quando avremo "circa 250mila casi al giorno". L'influenza sta colpendo di più i bambini, soprattutto perché i piccoli, specialmente da 0 a 2 anni, non hanno mai incontrato questi virus. Ma quali sono i sintomi nei bambini e quando è necessario andare in pronto soccorso? A tracciare un quadro è Elena Bozzola, segretario e consigliere nazionale della società italiana di pediatria (Sip). Ecco tutto quello che c'è da sapere.

"Vediamo tanti accessi di bambini in pronto soccorso. La caratteristica di questa sintomatologia influenzale è una febbre alta, superiore a 38 gradi, con punte anche di 39-40, e questo spaventa molto i genitori. Poi si crea questa tosse stizzosa, che può durare anche 2 o più settimane - dice l'esperta -. Quindi anche il fatto che la tosse non passi è motivo in più di allerta per i genitori che tendono ad andare nuovamente dal pediatra. E per una singola sintomatologia influenzale non c'è più solo un accesso, ma accessi ripetuti a cure mediche, che siano in ambulatorio o in pronto soccorso". Ci sono casi in cui è importante andare al pronto soccorso e casi in cui "l'ideale sarebbe rivolgersi al proprio pediatra. Perché in pronto soccorso, inevitabilmente, in questi giorni intensi in cui sono veramente tanti i bambini con sintomi, e si formano lunghe code", ha precisato Elena Bozzola.

Influenza nei bambini: le spie rosse da tenere d'occhio

Quando allarmarsi? Sotto i 3 mesi di vita, quando compare febbre, ci sono delle "spie rosse" da tenere d'occhio, spiega la pediatra infettivologa: "Quando il bimbo ha difficoltà respiratoria si vede il torace che si muove come una fisarmonica e a livello del giugulo, vediamo che la fossettina alla base del collo si alza e si abbassa, e c'è un alitamento delle pinne nasali, cioè anche le due narici si muovono, perché è come se il bimbo non riuscisse a respirare: utilizza tutta la muscolatura accessoria per farlo".

La stagione dei virus respiratori quest'anno è "in anticipo e intensa". Il quadro, spiega l'esperta, è "omogeneo in tutta Italia, con qualche variabilità da regione a regione e da ospedale a ospedale. Ma tutti stiamo assistendo a un incremento della sintomatologia soprattutto nell'ultima settimana, con dati confermati anche dal bollettino Influnet", che mostrano come siano sotto attacco "specie gli under 5, e in particolare i bimbi sotto i 2 anni", una fascia in cui "da una settimana all'altra si è passati da 29 casi su mille assistiti a oltre 40 su mille".

influenza 2022

Il virus respiratorio sinciziale

E non c'è solo l'influenza: "C'è tutta una serie di altri virus che poi camminano insieme. E ci capita di vedere bambini che non hanno soltanto uno, ma più virus, che ovviamente si potenziano insieme - spiega la pediatra -. Si tratta di coinfezioni di virus influenzale con rinovirus e Rsv (virus respiratorio sinciziale, ndr) che colpiscono in contemporanea o a breve distanza e si riscontra a livello dell'aspirato nasale del bimbo la presenza di più germi. Questo va ovviamente a creare maggiore attenzione".

A preoccupare è anche il virus respiratorio sinciziale: è la principale causa della bronchiolite, un'infezione polmonare che può essere grave nel primo anno di vita. "Probabilmente quello che è successo l'anno scorso con una maggiore circolazione dell'Rsv non è bastato a colmare il debito di immunità - spiega ancora l'esperta -. Per quanto si sia diffuso nella popolazione pediatrica nella precedente stagione, evidentemente c'è ancora tanta strada da fare e lo dimostrano gli accessi ad ambulatori e pronto soccorso".

Nei reparti dei piccoli a farla da padrone sono i virus respiratori: negli accessi pediatrici "la patologia 9 volte su 10 è respiratoria, in queste settimane è il problema principale. E una buona percentuale dei casi ricoverati è proprio legata al virus respiratorio sinciziale. Sono soprattutto bimbi molto piccoli, sotto i 2 anni e in particolare sotto l'anno di vita, che hanno necessità di supplementazione per respirare". E il covid? "In questo momento gli altri virus respiratori hanno avuto il sopravvento nei nostri bimbi ricoverati. Ma non possiamo ovviamente dire che il covid sia scomparso. Certo la situazione è diversa da quella dell'anno scorso, in cui tanti reparti pediatrici erano stati riconvertiti proprio in reparti covid", conclude la pediatra.

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