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Iran: a Genova il premio Ipazia all'avvocata in carcere Nasrin Sotoudeh

 "Lottare per i diritti è qualcosa che dobbiamo fare tutti. Quello di oggi è un premio che va ad una donna straordinaria che della difesa dei diritti umani il suo mestiere, che è stata condannata a 38 anni di carcere e la bellezza di 148 frustate. Noi siamo qui oggi perchè tramite Nasrin Sotoudeh e per Nasrin Sotoudeh testimoniamo l'attenzione, il rispetto e, speriamo, qualcosa di concreto". Così la giornalista Carmen Lasorella che presiede quest'anno il Premio Ipazia Internazionale, coordinato da Consuelo Barilari con il sostegno di Regione Liguria, e assegnato quest'anno a Nasrin Sotoudeh, avvocata e attivista dei diritti umani, arrestata in Iran proprio per la sua attività. Lasorella ha intervistato Nasrin durante un permesso dal carcere per ragioni di salute. Nella lunga intervista, mandata in onda nella sala Trasparenza della Regione Liguria, Nasrin ha detto che quando è stata incarcerata "era felice di non vedere nessuna delle sue assistite in carcere con lei".

"In Iran da più di 40 anni si ripetono le umiliazioni e le discriminazioni contro le Donne _ scrive in una lettera l'avvocata in ocasione della consegna del Premio _ Metà della popolazione del nostro paese è stata condannata a vivere nel tunnel della morte, senza poter assaporare il gusto della Vita e della Libertà". "DONNA, VITA, LIBERTÀ: sono le parole della nostra rivolta. - prosegue Sotoudeh - I nostri poeti cantano l'Amore. Scrivono: l'Amore è felicità, l'Amore è libertà, l'Amore è all'origine della vita. Ora l'Iran vuole tornare a cercare l'Amore, anche se sarà una strada in salita. In tutto il mondo si è alzata un'onda di solidarietà a sostegno del popolo iraniano. Che la politica e le istituzioni nei diversi paesi si interroghino sulla violazione dei diritti umani rispettando le coscienze libere dei propri cittadini".

Il Premio Ipazia è assegnato ogni anno a 2 personalità, una nazionale e una internazionale, che rappresentano le sezioni Arte - Cultura - Scienza, Economia, Diritto e Società. Obiettivo del Premio è, dunque, quello di "formare ed incentivare nelle donne una più cosciente conoscenza della propria identità e della propria storia e dei propri diritti, favorendo uno scambio interculturale tra le donne dei paesi dell'Europa e del Mediterraneo". Per Lasorella, che ha letto all'inizio dell'incontro una lettera di Nasrin, è importante che l'opinione pubblica sia sempre presente: "il mondo sui diritti è presente, ma dovrebbe esserlo di più sui doveri. Le Nazioni Unite hanno affidato ai governi la responsabilità dei diritti, ma troppe volte questi governi li violano questi diritti. Quindi dobbiamo immaginare un percorso diverso per difendere i diritti umani". A ritirare il premio per Nasrin, Masoureh Shojaee, scrittrice ed attivista iraniana, già difesa da NASRIN e sua amica, esule nei Paesi Bassi, dove ha aperto un Centro dedicato alla Donne Iraniane, in cui ha raccolto le testimonianze di tante vittime e i loro messaggi dal carcere, espressi in manufatti, esposti nelle sale di quello che è diventato un Museo del dolore.