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Istanbul, libera l’italiana Dalila Procopio: era stata arrestata durante un corteo femminista

Fatti

Asia Buconi|2 Dicembre 2022

dalila procopio

Dalila Procopio, l’italiana di Catanzaro arrestata lo scorso 25 novembre a Istanbul, è stata rilasciata oggi dal centro di rimpatrio in cui si trovava. La ragazza di 25 anni era stata fermata la scorsa settimana assieme a un altro centinaio di attiviste nella città turca durante un corteo femminista, vietato dalla Prefettura, per la lotta alla violenza sulle donne.

A comunicare la notizia, l’associazione Mor Dayanisma, che aveva presentato appello contro l’ordine di espulsione emesso per Procopio. Appello che è stato accettato e che ha portato quindi alla liberazione della ragazza. L’Ambasciata d’Italia ad Ankara e il Consolato italiano a Istanbul, da parte loro, si erano subito attivati per seguire la vicenda, mettendosi in contatto con la famiglia della 25enne e con le autorità turche competenti.

Istanbul, l’italiana Dalila Procopio è stata liberata: cosa era successo e perché

Dalila Procopio si trovava ad Istanbul da settembre con un visto turistico: era tornata dopo aver svolto in Turchia già un’esperienza come studentessa Erasmus.

L’arresto della giovane è avvenuto nel contesto del corteo femminista dello scorso 25 novembre, col centro di Istanbul che era stato blindato visto il divieto di svolgere la manifestazione imposto il giorno prima dalla Prefettura per motivi di “ordine pubblico”.

Ma, nonostante i divieti e le relative giustificazioni, un manipolo di manifestanti si era comunque presentato in piazza per protestare, il che aveva scatenato la reazione delle forze di sicurezza. Dopo gli scontri, le autorità avevano fermato un centinaio di attiviste, tra cui appunto Dalila Procopio. Un episodio che dimostra ancora una volta quanto il dibattito femminista sia continuamente soffocato e messo a tacere nel Paese guidato dal non certo progressista presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

Le voci delle attiviste si sono sollevate in Turchia soprattutto a partire dal 2021, quando il presidente Erdogan ha deciso di ritirare la firma turca dalla Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa, il trattato internazionale più importante per prevenire i femminicidi (il documento era stato sottoscritto da Ankara nel 2011). Una decisione, quella, definita “vergognosa” da Amnesty International e contro la quale si sono sollevate le associazioni femministe turche, promuovendo iniziative in molte città del Paese, spesso vietate dal Governo.