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L’Allerta leader rifugiati politici: “Alessia Piperno come merce scambio”

Manifestazioni a Teheran, scontri e vittime nella regione del Kurdistan

Lo dice a LaPresse Davood Karimi, presidente dell'associazione dei rifugiati politici iraniani residenti in Italia

“Non è detto che la ragazza abbia fatto qualcosa di ‘sbagliato’ o ‘provocatorio’, ma la situazione in Iran è instabile, e quindi rischiosa. Per questo continuiamo a sconsigliare di andarci”. Lo dice a LaPresse Davood Karimi, presidente dell’associazione dei rifugiati politici iraniani residenti in Italia in merito all’arresto della ragazza romana Alessia Piperno a Teheran. “Il regime iraniano ha politiche ben chiare: un ostaggio serve per avanzare proposte politiche ed economiche. Quindi sono capaci di inventarsi qualunque accusa per cercare di ottenere privilegi. Basti pensare a quanto detto qualche anno fa da Mohsen Rezai, ex capo della Sepah Pasdaran ed attuale consigliere economico di Raisi, ovvero che con 200 europei o americani presi in ostaggio in un anno e la richiesta di qualche miliardo di dollari per ognuno di loro si sarebbe potuta risollevare l’economia del Paese”, aggiunge.
Ora dipende dalla Farnesina: se accetterà o meno le richieste del governo iraniano“, aggiunge. “Non escludo che, qualora il ministero degli Esteri italiano non dovesse cedere, finiranno per rilasciarla. Le carceri sono piene e di certo – conclude Davood Karimi – non vogliono gli occhi dell’Europa puntati addosso in un momento del genere”.

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