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La notte porta Consiglio

La convocazione a oltranza del parlamentino piemontese ha mandato in crisi le minoranze. Smaltiti gran parte degli emendamenti ostruzionistici, Allasia sconvoca la seduta notturna di oggi. Domani o al massimo venerdì la finanziaria della Regione sarà approvata

Volevano fare quelli della notte, ma l’occupazione a oltranza di Palazzo Lascaris è terminata in fretta. In via Alfieri è già tempo di levare le tende, nel senso più letterale del termine. È durato ventiquattr’ore il tentativo dell’opposizione di inchiodare la maggioranza in aula, sotto una raffica di emendamenti ostruzionistici: “Siamo pronti a bloccare i lavori” era la minaccia. Ma di fronte alla mossa del presidente Stefano Allasia di istituire una cinque giorni no stop, acca ventiquattro, le opposizioni hanno iniziato a vacillare: “Ma neanche il tempo di un panino?”, “e non potremo farci una doccia”, “almeno ci lascerà fare pipì?” sono state le lamentazioni in aula delle minoranze. À la guerre comme à la guerre è stato il senso della replica di Allasia, seppur con altre, più stentoree argomentazioni.

E così la scorsa notte il parlamentino piemontese è andato avanti, votazione dopo votazione, fino alle 5 del mattino, smaltendo ottocento emendamenti. “Ne restano ancora circa 590 da mettere ai voti – ha annunciato tronfio il numero uno dell’assemblea –. Calcolando una velocità sulle 70 votazioni all’ora, ci restano poco meno di otto ore di votazioni sugli emendamenti. Ci sono poi gli ordini del giorno, che sono 48, la cui votazione avverrà prima del voto finale sull'intero provvedimento”. Insomma, l’ostruzionismo è già stato in gran parte smaltito e la manovra finanziaria sarà approvata senza patemi domani, al più tardi venerdì. Nessun rischio di andare oltre la deadline del 30 aprile fissata dalla legge.

Che la mossa di Allasia, di fronte agli oltre 5mila emendamenti delle minoranze, avesse colpito nel segno lo si era intuito già in una delle ultime riunioni dei capigruppo alla fine della scorsa settimana, quando un paio di consiglieri hanno iniziato a sudare freddo: “Mica tutti abbiamo la baby sitter”. E per la prima volta il “tengo famiglia” di un politico ha assunto un’accezione diversa dalla solita. E non sono pochi, tra i banchi delle opposizioni, a temere più la sfuriata del partner che un duello all’ultimo avverbio con l’assessore di turno.

E così a ridosso del weekend lungo del 25 aprile anche la Resistenza dell’ala più a sinistra dell’emiciclo, presidiata da Marco Grimaldi (Luv), ha iniziato a vacillare: 4mila circa sono stati gli emendamenti ritirati in quarantotto ore, lasciandone giusto un migliaio di rappresentanza, per dire “ci abbiamo provato”. I 200 del Pd si sono volatilizzati ieri, dopo la riunione dei capigruppo, quando l’assessore Maurizio Marrone ha concesso un piccolo compromesso sul controverso emendamento che introduce il fondo Vita nascente (la gestione delle risorse, assegnate alle associazioni pro vita, dovrà essere insieme ai consultori e agli enti socio assistenziali). Il Movimento 5 stelle ne aveva presentati poche decine e dopo un po’ di tira e molla ha deciso di non ritirarne neanche uno, tanto in un’ora sono stati velocemente respinti.

Domani le ultime dichiarazioni di lotta, gli ultimi puntuti comunicati, ma stanotte si torna tutti a casa prima che qualcuno cambi la serratura.