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L’assessora ha chiarito che l’ipotetica chiusura “non è una prospettiva in campo” ma il servizio di psichiatria verrà trasferito. Secondo Segnana: “Non è corretto dire che verranno soppressi 16 posti letto, la prospettiva è invece quella di realizzare due strutture dedicate”

ARCO. Nei giorni scorsi il consigliere provincia di Onda, Filippo Degasperi aveva paventato la possibile chiusura del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell’ospedale di Arco. Più di recente Alessio Manica, del Partito Democratico, ha presentato un’interrogazione durante il question time, per chiedere lumi all’assessora alla salute, la leghista Stefania Segnana.

L’assessora ha chiarito che l’ipotetica chiusura “non è una prospettiva in campo. Non è corretto dire che verranno soppressi 16 posti letto, la prospettiva è invece quella di realizzare due strutture dedicate per meglio organizzare e articolare il servizio”. Secondo Segnana la decisione relativa alla “riorganizzazione” della psichiatria provinciale è stata condivisa con tutti gli interessati, compresi i referenti istituzionali del posto fra cui il presidente della Comunità di Valle e i sindaci dell’Alto Garda.

Nel concreto, al completamento del progetto, si avranno 16 posti letto a Trento, 16 a Borgo Valsugana, 4 a Cles e 7 (dedicati agli adolescenti) più 8 ad Arco per un totale di 51 posti letto dedicati ai pazienti acuti. Eppure va precisato che per quanto riguarda la chiusura della psichiatria residenziale del Padiglione Pandolfi dell’ex ospedale di Pergine Valsugana il servizio è stato trasferito in capo ai privati a cui è stato assegnato un budget da 700mila euro.

L’obiettivo, comunque, sarebbe quello di rafforzare i servizi territoriali, affidando a queste strutture risorse più consistenti anche grazie alla programmate assunzioni di personale. Dal canto suo Manica ha commentato: “Mi rallegro perché non mi pare si tratti di soppressione, ma di un mutamento del tipo di servizio, quindi mi ritengo soddisfatto”.

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