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La sfida degli attori con disabilità: “Fateci interpretare noi stessi siamo meglio delle controfigure”

Un passo cruciale per l’inclusione delle persone con disabilità e la loro rappresentazione mediatica. È quello che sta avvenendo grazie a Queerky, giovane agenzia di talent milanese in cui il talento e l’inclusione verso tutte le differenze sono i due pilastri di un nuovo linguaggio per il mondo dello spettacolo. L’obiettivo è divulgare una presenza inclusiva dalla pubblicità al cinema, dalla moda al web. Il nome Queerky nasce dalla fusione tra quirky (strano, in inglese) e queer: l’eccentrico, il queerky, è la nuova normalità.

Che è da poco approdata anche alla Mostra del Cinema di Venezia grazie al docufilm La timidezza delle chiome di Valentina Bertani. Protagonisti Benjamin e Joshua Israel, gemelli di origine ebraica, alla prima esperienza cinematografica, uniti da una disabilità intellettiva e da un carisma naturale. Dice la loro mamma, Monica Carletti Israel: «Aver capito che ognuno ha diritto a essere riconosciuto per quello che è senza dover violare la propria natura per essere accettato dà a questa agenzia un valore etico, oltre che artistico».

«È tempo di abbracciare il cambiamento, trasformando quel che molti percepiscono come un errore nell’opportunità di una nuova visuale, rappresentativa di tutti indistintamente — spiegano le fondatrici di Queerky, Emma Elena Ferrarotti e Giorgia Merzagora — . Siamo ancora abituati a creare un confine netto tra la “normalità” e ciò che ci è sconosciuto, etichettandolo come “diverso”». Da sempre impegnate nello scouting artistico, Ferrarotti e Merzagora hanno deciso di creare questa realtà a partire da un gap tra domanda e offerta. Di rado il ruolo della persona con disabilità viene svolto da un attore con disabilità, azzerando l’esistenza di professionalità in questo settore. E un altro ostacolo nelle arti performative è rappresentato dalla diffusione di barriere architettoniche di ogni tipo. Un’agenzia di talent aperta a tutte le sfumature della persona contribuisce a generare il cambiamento necessario. L’obiettivo è proporre la persona giusta al momento giusto, per contenuti e a mezzi di comunicazione innovativi. La chiave del successo non è solo far incontrare domanda e offerta, ma creare le giuste sinergie perché questo accada.

Di fatto, l’agenzia è una fucina di nuovi talenti che porta a lavorare nei media, dove le persone con disabilità vengono ancora rappresentate con fatica o in modo errato (compassionevole o eroico). Molti già i talent che hanno scelto di farne parte. «La diversificazione dei corpi nei diversi contesti mediatici contribuisce ad abbattere gli stereotipi, i prototipi di bellezza, che isolano chiunque si allontani dai canoni prefissati — dice ad esempio Maximiliano Ulivieri, giornalista e attivista impegnato nella lotta alle disuguaglianze delle persone con disabilità, comparso nello spot di lancio delle Paralimpiadi 2022 — Queerky ha colto questa mancanza e ha iniziato a raccogliere il talento senza paletti. In questo contesto mi sento rappresentato e valorizzato nella mia diversità. Il cinema ha un grande potere culturale: deve sfruttarlo al meglio».

«Purtroppo davanti a una realtà come Queerky ancora si parla di “coraggio” della rappresentazione mediatica — dice l’attrice sorda Alessia Moro — Soprattutto in una città come Milano, dove l’apparenza è una delle caratteristiche trainanti».