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Filippi si trovava a Fratta Polesine per visitare la tomba del parlamentare antifascista Giacomo Matteotti: “Vederla in queste condizioni dà amarezza, specie confrontandola con quella dell'uomo che lo ha condannato a morte: sempre presidiata e conservata”

FRATTA POLESINE. Non tutti sanno che la tomba del socialista Giacomo Matteotti si trova a Fratta Polesine, il suo paese natale nella provincia di Rovigo in Veneto. Recentemente lo storico Francesco Filippi autore di una fortunata serie di libri sul Ventennio fra cui “Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo”, “Ma perché siamo ancora fascisti? Un conto rimasto aperto” e “Noi però gli abbiamo fatto le strade: Le colonie italiane tra bugie, razzismi e amnesie”si trovava sul posto per rendere omaggio al parlamentare antifascista che pagò l’opposizione al regime con la vita.

La tomba però era inaccessibile per via dei lavori di restauro della stessa. “La vera cancel culture”, scherza Filippi che però si lascia andare a un’osservazione: “Lo ammetto, vedere la sua tomba in queste condizioni dà amarezza, specie confrontandola con quella dell'uomo che lo ha condannato a morte: sempre presidiata, conservata, onorata, quella”. Il riferimento ovviamente è alla tomba di Benito Mussolini che ogni anno vede arrivare in una sorta di pellegrinaggio a Predappio centinaia di neofascisti.

“Anche se l'intonaco qui si scrosta – commenta Filippi – le idee che Matteotti ha difeso con la vita non giacciono sulla pietra, ma camminano con gambe ancora forti, le gambe delle molte persone che dimostrano coi fatti la forza e la necessità dell'Antifascismo oggi. Gambe a volte un po' stanche, certo, ma mai piegate. In fondo, forse, potrebbe essere una metafora, questa: ai fascisti lasciamo il triste culto della morte e i mille macabri modi di evocarla. Matteotti e tutti noi continueremo a difendere e celebrare la vita”.

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