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“Le Iene” a Riccione per denunciare paghe basse e in nero, ma un albergatore non ci sta

Riccione e due albergatori al centro di un servizio del programma televisivo “Le Iene”, andato in onda martedì, che si è concentrato su mancanza di lavoratori stagionali in Riviera, paghe basse e reddito di cittadinanza. Proprio quest'ultima misura, soprattutto negli ultimi mesi, è stata spesso il bersaglio di imprenditori e politici in quanto “causa principale della crisi di lavoratori”. Concetto ribadito anche dagli albergatori ripresi, sia in maniera nascosta che davanti alla telecamera, nel reportage di Gaetano Pecoraro. “Le Iene” hanno inviato un collaboratore per fingere un colloquio di lavoro in un paio di strutture che, a stagione in corso, ricercavano dipendenti con cartelli affissi alla porta. Al ragazzo, che diceva di vantare esperienza come cameriere e aiuto cuoco, sono stati offerti tra i 1600 e 1800 euro per 10-12 ore di lavoro al giorno e senza giorno di riposo. Quindi dai 5 ai 6 euro all'ora. E non tutti in busta paga. “Qualcosa in busta paga, qualcosa fuori”, è stato più volte ribadito. Un albergatore, per venire incontro alle richieste del finto aspirante, ha offerto un alloggio di fortuna nello scantinato della struttura dov'erano presenti, tra casse di frutta e oggetti vari, due letti a castello.

Ma c'è chi si difende sulle pagine del Corriere Romagna. Una delle albergatrici riprese nel servizio, che anticipa anche una denuncia, vuole fare chiarezza: “La persona che è venuta dicendo di cercare lavoro, che poi si è rivelata un loro gancio, l'abbiamo subito inquadrata come inadatta alle nostre aspettative, vuoi per le richieste, vuoi per l’arroganza. Abbiamo quindi deciso di farlo desistere facendogli quella proposta”. Spiega che i loro collaboratori non guadagnano quella cifra e che non possono pagare in nero perché percepiscono il reddito di cittadinanza. La signora ha anche asserito di essere diventata bersaglio di “insulti da parte di spettatori della trasmissione”. Per Federalberghi Riccione, la città quest'anno è finita nel mirino, ma – argomenta il direttore dell'associazione Luca Cevoli – ci sono situazioni analoghe in tutte le città e in altri settori”. E propone una riflessione sia sulla gestione del reddito di cittadinanza, sia sul tipo di contratto che “abbiamo siglato con i sindacati”.