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Le mappe del dissesto ad Ischia vecchie di 20 anni

Prima la pioggia incessante, poi il la frana che scende a valle e che semina morte e distruzione a Ischia. Un disastro annunciato da tempo e che, come ci raccontano in ogni occasione possibile e immaginabile, è tutta colpa dell’abusivismo – una vera e propria piaga italiana – e dei successivi condoni che hanno lasciato incancrenire la situazione.

Le mappe del dissesto ad Ischia vecchie di 20 anni

Report, a proposito del disastro di Ischia, ha svelato come “l’abusivismo pur restando una piaga, non c’entra con la frana e i morti”

Peccato che le cose potrebbero essere molto diverse da così e a dircelo è Report, la trasmissione di Rai3 condotta da Sigfrido Ranucci, che ha svelato ieri sera come “l’abusivismo pur restando una piaga, non c’entra con la frana e i morti”.

Qualcuno sobbalzerà dalla sedia davanti a queste parole ma il giornalista parla a ragion veduta raccontando che “la frana si è schiantata su una zona dove oltre le residenze abusive c’erano anche case regolari e che era considerata zona bianca secondo i Piani di Assetto Idrogeologico”.

E la notizia non può che essere proprio questa, insiste Ranucci, chiedendosi: “Come mai era considerata zona bianca? e cosa ha comportato tale colorazione? Le mappe per i piani di dissesto idrogeologico, realizzate dopo la tragedia di Sarno del 1998, dove sono morte 160 persone, sono state fatte nel 2002 ma andavano aggiornate”.

Una necessità legata al fatto che l’Italia è a rischio di eventi estremi e soprattutto perché negli anni questi sono diventati sempre più violenti. Parole che smontano il racconto che punta il dito sull’abusivismo e sul condono di Giuseppe Conte, da quest’ultimo definito soltanto “una procedura di semplificazione”.

Nel caso specifico di quando accaduto a Ischia, la situazione raccontata da Report presenta numerose ombre inquietanti. “Ufficialmente le mappe di Ischia sarebbero state aggiornate nel 2010 e poi ancora nel 2015” spiega Ranucci. Il problema è che scandagliando gli atti “abbiamo capito che sono sostanzialmente la fotocopia di quelle vecchie”.

Sostanzialmente, questa la tesi della trasmissione di Rai3, nessuno sarebbe andato a verificare con strumenti adeguati la zona e si sarebbe fatto un puro e semplice copia e incolla in cui non sarebbe cambiata neanche una virgola. Insomma uno spiacevole déjà vu di quanto accaduto nel caso del Piano pandemico e che, ironia della sorte, proprio Ranucci & Co avevano scoperto essere una copia carbone del precedente.

Quel che è certo è che la storia sembra destinata a riservare molte sorprese tanto che da Report fanno sapere che “le mappe sono confluite nelle carte di Giovanni Legnini, nominato nel 2017 commissario per la ricostruzione del terremoto di Ischia. Nel piano di ricostruzione di Legnini che ricordo è stato oltreché nel Csm anche sottosegretario del governo Renzi, e che Report ha potuto vedere in esclusiva, le abitazioni distrutte dalla frana erano considerate sicure”.

“Se quelle di Casamicciola sono giudicate sicure, (perché lo indicavano le mappe, ndr) ce ne sarebbero 774 da abbattere perché collocate in zone a rischio. Ma visto che ora si sono resi conto che le mappe potrebbero essere non corrette perché realizzate 20 anni fa, con strumenti inadeguati, è probabile che le rivedranno” spiega Ranucci prima di concludere: “Come si fa allora a procede all’abbattimento delle case a Rischio? Oltre a cinguettare sui social avranno il coraggio di farlo?”.