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Manuel Agnelli: «Sono libero»

Ama il prossimo tuo come te stesso, un comandamento, un messaggio, una dichiarazione di intenti, in un momento storico in cui una delle massime più note sembra essere ciò che più si è dimenticato, ma anche per essere letta al contrario «Se ti ami così è meglio se non ami il prossimo». È il primo album da solista di Manuel Agnelli, frontman degli Afterhours, negli ultimi anni anche giudice di X Factor, ma soprattutto grande penna introspettiva che da sempre riesce a scuotere corde interne andando a parlare di vita e società e che oggi, a 56 anni, sceglie di mostrarsi da solo per liberarsi dall’immagine che aveva di se stesso. Un’indagine nei sentimenti umani, uno sguardo dentro di sé per riscoprirsi libero, senza rinnegare il passato. «Gli Afterhours non sono una gabbia in negativo, ma sono gabbia dorata quando decidi di fare cose diverse. Non è una band ma un progetto musicale, abbiamo fatto uscire musica quando avevamo qualcosa da dire, magari tra cinque anni ci rivedremo».

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Dieci brani, nati durante il lockdown, in un tempo sospeso ricco di incognite che ha posto tante domande e che trovano in queste canzoni le sue risposte. Il rapporto dell’uomo al centro, in relazione all’amore, ma in termini generali di relazioni con tutte le persone attorno. «Durante la pandemia ho iniziato a scrivere liberamente, non ho deciso di fare un album da solista, ho solo cominciato a suonare e alla fine mi sono trovato in mano un album». Autore, interprete, produttore di se stesso, ha suonato quasi tutti gli strumenti delle tracce, sia per necessità (il lockdown appunto) sia per voglia di pura sperimentazione e libertà, creando suoni anche da oggetti di uso comune come coperchi, catene, scatole di cartone, bidoni della spazzatura, bottiglie di plastica, sacchi da boxe. 

È come una nuova vita in cui il focus rimangono le canzoni. Con ricerca lessicale e narrativa, da Proci, che va a parlare di Ulisse per parlare di umanità, a Lo sposo sulla torta in cui echeggia il soul. C’è delicatezza in Tra mille anni, mille anni fa, c’è lo sguardo sulla guerra in Severodonetsk. «Si parla troppo di geopolitica e non di diritti umani o vite spezzate». In ogni traccia un elemento che colpisce, a partire da La profondità degli abissi, brano già vincitore di un David di Donatello e un Nastro D’Argento, come miglior canzone originale fino a Milano con la peste, il singolo uscito in contemporanea con l’album «Parla di una relazione vissuta in una città resa surreale dal covid e dal dove le persone girano con i volti coperti da maschere che diventano persino allegoriche e che, anche se nascondono i volti, lasciano scoperti gli occhi, la parte più vera. La canzone racconta di un rapporto che, anche se reale, non si realizza mai completamente ma che, proprio perché non è mai stato, rimane per sempre». Il suo per sempre è la musica, necessità di espressione, accanto sempre a nuove sfide. Come la presenza a Radio 24 ogni domenica alle 19, o il musical Lazarus che porterà nei teatri nel 2023. Intanto il tour, in partenza da Bari il 3 dicembre. 

Playlist

Ed Sheeran - Celestial

Cesare Cremonini (con Lucio Dalla) - Stella di Mare

Bruce Springsteen - Do I Love You (Indeed I Do)