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Migranti, Meloni se la prende con l'Ue: "Non possiamo gestire da soli i flussi. Servono rimpatri collettivi"

"Ci vuole più Europa sul fronte sud, da soli non possiamo gestire un flusso con dimensioni ormai ingestibili. Occorre che l'Europa realizzi con urgenza un quadro di cooperazione multilaterale, con un incisivo contrasto ai flussi illegali. Tassello indispensabile è l'europeizzazione nella gestione dei rimpatri". Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo intervento ai Med Dialogues.

Sullo stesso tema è intervenuto, a margine dell'evento, anche  il ministro degli Esteri, Antonio Tajani: "Sui decreti flussi stiamo lavorando insieme ai ministri dell'Interno e dell'Agricoltura per avere un percorso strategico. Vorremmo avere lavoratori che arrivano nel nostro Paese già formati, che abbiano già una destinazione operativa, cioè sapere dove devono andare a lavorare. E poi vorremmo premiare i Paesi che fanno accordi con noi".

"Con oltre 94mila sbarchi da inizio anno, l'Italia, insieme agli altri paesi primo ingresso, sta sostenendo finora l'onere maggiore sulle frontiere esterne dell'Europa", ha detto Meloni, secondo la quale "molte delle politiche europee rischiano di essere incomplete se non collocate in una più ampia dimensione mediterranea".

Un piano Mattei per l'Africa

Nel suo discorso la premier ha anche ribadito l'idea di un piano Mattei per l'Africa, ossia un piano che, ispirato alla figura di Enrico Mattei, "abbia una postura non predatoria nei confronti delle altre nazioni ma invece collaborativa, rispettosa dei rispettivi interessi, fondata su uno sviluppo capace di rafforzaare le potenzialità di ciascuno".

Tra le "più urgenti priorità di politica estera" del Governo, Meloni ha indicato, in particolare, "la piena stabilizzazione della Libia": "Rinnoviamo il nostro invito agli attori politici libici. Solo un processo a guida libica, con il sostegno dell'Onu, può portare a una soluzione".

Il ministro Tajani, che nell'ambito dei Med a Roma, ha incontrato la sua omologa libica, Najla Al Mangoush, ha annunciato: "Andrò in Libia per vedere come si può arrivare a un accordo generale".

L'Italia, ha detto ancora l'inquilina di Palazzo Chigi, "è cerniera e ponte naturale energetico fra il Mediterraneo e l'Europa, in virtù di una posizione geostrategica particolare, delle sue infrastrutture e del prezioso contributo dato anche dalle proprie imprese". E "il Mediterraneo allargato è la colonna della sicurezza energetica italiana".

"Combattere il radicalismo islamista"

Meloni ha sottolineato l'importanza della "libertà religiosa", la tutela delle "minoranze" e limportanza di contrastare "il preoccupante dilagare del radicalismo islamista, soprattutto nell'area subsahariana".

"Non possiamo fingere di non vedere quanto sta avvenendo in questi mesi alle donne e ai giovani in Iran", ha detto la premier in un passaggio del suo discorso.

"Una solida geopolitica del dialogo si può costruire e consolidare nell'area solo muovendo dalla consapevolezza delle nostre identità culturali e valoriali, dalla constatazione che la nostra prosperità non è possibile se non c'è anche quella dei nostri vicini", ha detto ancora Meloni, che ha assicurato che "l'Italia è fortemente impegnata, con questo governo, a rafforzare il suo ruolo nel Mediterraneo. Siamo ovviamente consapevoli di come solamente creando uno spazio di stabilità e uno spazio di prosperità condivisa potremmo attraversare in modo efficace le troppe sfide epocali che abbiamo di fronte, dalla sicurezza alimentare fino alla salute".