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"Non tornerà il ticket sui farmaci"

Il Piemonte tra le otto regioni in cui non si paga il sovrapprezzo sui medicinali. Nel resto del Paese è una giungla di cifre: da uno fino a sei euro della Lombardia. Il balzello abolito nel 2019 dalla giunta Chiamparino. Icardi: "Non c'è motivo di reintrodurlo"

Lo stesso farmaco a prezzi differenti a seconda della regione in cui lo si acquista. È, forse, questa una delle più evidenti dimostrazioni di come il federalismo, meglio ancora l’autonomia, si manifesti proprio nel settore più importante tra quelli di competenza delle Regioni. Questo accade, infatti, non per un diverso costo imposto dalle aziende farmaceutiche, bensì per l’applicazione o meno del ticket fisso sui medicinali e, nel primo caso, del valore del sovraprezzo incamerato dagli enti.

Dallo studio effettuato dalla Corte dei Conti sui dati forniti dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, emerge come sia un’Italia divisa su questo fronte con politiche differenti e differenti conseguenze sul portafogli dei cittadini per quanto riguarda la spesa farmaceutica. Sono, infatti, 8 Regioni e una Provincia Autonoma, quella di Trento, a non far pagare il ticket e tra queste c’è il Piemonte, insieme a ToscanaUmbriaMarcheSardegnaFriuli-Venezia GiuliaBasilicata ed Emilia-Romagna.

E se l’introito complessivo, dato dalle Regioni che invece il ticket lo impongono, sempre secondo i calcoli della Corte dei Conti vale all’incirca 400 milioni l’anno, il Piemonte non intende cambiare atteggiamento mantenendo una scelta che l’assessore alla Sanità Luigi Icardi definisce “opportuna nei confronti dei cittadini”, non negando inoltre che a fronte di un meccanismo complicato porterebbe tutto sommato a introitare cifre piuttosto modeste. Cifre che, al contrario, potrebbero pesare e non poco sui residenti nel caso si seguisse, per esempio, il modello della Lombardia, dove il ticket può arrivare in certi casi addirittura a 6 euro per ricetta.

Oltre il confine del Ticino, così come in Liguria, Veneto, Valle d’Aosta e nella provincia di Bolzano la media è intorno a 2 euro, con molti casi che arrivano a 4 per ogni medicinale per chi non è esente ticket, mentre di 1 euro per gli esenti che, quindi, finiscono per esserlo solo sulla carta. Leggermente diverso il regime imposto dalla Calabria, con una soglia massima di 4 euro, mentre in Campania, Abruzzo, Lazio, Molise, Puglia e Sicilia si applica un sistema più complesso che, in base a varie fasce, oscilla comunque da 1 euro e cinquanta centesimi a 4 euro.

La cancellazione della cosiddetta quota di compartecipazione a carico dei cittadini è stata una delle ultime misure assunte dal precedente governo regionale. Risale infatti al 15 febbraio del 2019 la delibera con cui la giunta di Sergio Chiamparino ha stabilito di cancellare il ticket. “Siamo nelle condizioni di effettuare questa operazione – aveva spiegato l’allora assessore Antonio Saitta – grazie ai risparmi consistenti ottenuti in questi cinque anni sulla farmaceutica”. Lo stesso Saitta aveva ricordato come “il ticket era stato pensato con l’obiettivo di controllare e calmierare la spesa farmaceutica, mentre i dati degli ultimi anni dicono invece che non esiste alcuna correlazione fra le due cose, inoltre nel 2018, la Regione Piemonte ha ridotto di 27,7 milioni di euro la spesa sulla farmaceutica convenzionata rispetto all’anno precedente”.

Quattro anni dopo, il centrosinistra è all’opposizione e al posto di Saitta c’è Icardi, ma quel provvedimento che fa costare i farmaci ai piemontesi meno rispetto a quanto accade in molte altre regioni, anche vicine, per stessa ammissione dell’attuale titolare della sanità nessuno ha intenzione di modificarlo.