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Nuovo governo, FdI pigliatutto. Le prime grane sul Viminale

Le carte, adesso, le darà lei. Il largo successo di Fratelli d'Italia restituito dagli exit poll consegna a Giorgia Meloni non solo la candidatura per Palazzo Chigi ma anche un ruolo di assoluto rilievo nella trattativa con gli alleati per la formazione del nuovo governo.

I risultati elettorali dicono che la Lega - che avrebbe preso più o meno un terzo dei consensi dei meloniani - deve ridimensionare le proprie richieste. Dal fondo di questo dirupo, Salvini avrà difficoltà a proporsi ancora come ministro dell'Interno, ruolo che dentro Fdi in pochi hanno voglia di attribuirgli. Anche per una ragione di convenienza istituzionale: il capo dello Stato Sergio Mattarella potrebbe nominare un esponente politico sotto processo per presunti reati commessi nella precedente esperienza al Viminale? Ma Salvini ha condotto un'intera campagna elettorale privilegiando i temi della sicurezza e dell'immigrazione. Vantandosi di essere stato "il ministro dell'Interno più amato".
 

Le mire di Salvini sul Viminale

Rinuncerà alle sue mire? Questo il principale nodo da sciogliere per la presidente di Fdi. Si potrebbe risolvere, nell'ipotesi più vantaggiosa per la Lega, con l'indicazione di un altro nome del Carroccio o di un "esterno" gradito a Salvini, come il prefetto di Roma Matteo Piantedosi. Per il leader leghista potrebbe profilarsi un altro ministero, Agricoltura o Sviluppo economico. E c'è un'altra possibilità, caldeggiata dentro la Lega da chi auspica che il segretario lasci il timone del partito: la presidenza del Senato, ruolo super partes che non può conciliarsi con la guida di una forza politica.

Un tecnico all'Economia

Con la forza che deriva dall'exploit del suo partito, Meloni è pronta a imporre agli alleati i nomi di "tecnici" per l'Economia e gli Esteri: Fabio Panetta, membro del board della Bce, potrebbe andare in via XX settembre con la prospettiva comunque di concorrere per il posto di governatore di Bankitalia, in primavera. Per la Farnesina le candidatura plausibili sono quelle dell'ambasciatore Giulio Terzi e di Elisabetta Belloni, direttrice del Dis. Ma la capa della Destra avrà gioco più facile anche nel piazzare i dirigenti di partito a lei più vicini. Fra cui c'è sicuramente Giovanbattista Fazzolari, che potrebbe avere il delicato incarico di sottosegretario alla Presidenza. Ma anche Guido Crosetto e Ignazio La Russa potrebbero ottenere deleghe - come quella ai Servizi - che dipendono direttamente da Palazzo Chigi. E nella lista dei ministri c'è il nome di Raffaele Fitto, attuale co-presidente del gruppo dei Conservatori a Bruxelles.

Da contrattare, sulla base di un risultato elettorale non esaltante, anche la presenza di Forza Italia al governo: per Antonio Tajani l'alternativa è fra il ministero della Difesa e la presidenza della Camera. Non è da escludere l'ingresso nell'esecutivo di Licia Ronzulli o di Annamaria Bernini. O di entrambe.