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Obbligo dai 60 euro per i pagamenti Pos, il governo bacchettato dalla Corte dei conti: “Misura non coerente con Pnrr”

ROMA. “Va segnalato come l'innalzamento del tetto dei pagamenti e, in particolare, la non sanzionabilità dei rifiuti ad accettare pagamenti elettronici di un determinato importo possano risultare non coerenti con l'obiettivo di contrasto all'evasione fiscale previsto nel Pnrr”. Sono queste le parole con le quali il presidente di coordinamento delle Sezioni riunite della Corte dei Conti, Enrico Flaccadoro, ha espresso le perplessità dei giudici contabili in merito alle misure relative ai mezzi di pagamento contenute nella nuova manovra di bilancio del governo Meloni.

In particolare, a far discutere (e non solo la Corte dei conti) è stato proprio l'innalzamento a 60 euro del tetto oltre il quale gli esercenti sono obbligati ad accettare bancomat e carta di credito per i pagamenti, decisione che secondo Flaccadoro potrebbe come detto risultare non coerente “segnatamente con la riforma 1.12 del Pnrr (Riforma dell'Amministrazione fiscale), nell'ambito della quale la Missione 1 prevede specifiche misure volte a contrastare l'evasione fiscale”.

In generale, scrive la Corte dei Conti: “Una riduzione dell'uso del denaro contante, il cui trasferimento, per definizione, non è tracciabile, potenzia l'azione di controllo e ancor prima rende le attività criminose più difficili da compiere. Di converso, la diffusione dei pagamenti elettronici, oltre a garantire la libertà di scelta dei consumatori, costituisce un presupposto fondamentale per semplificare gli adempimenti fiscali e amministrativi, nonché concorre all'emersione delle basi imponibili segnatamente in quei settori rivolti al consumatore finale ove più diffusi sono i fenomeni evasivi”.

In un'ottica di lungo periodo, si legge nel documento: “La diffusione dei pagamenti elettronici potrebbe consentire di sviluppare, da parte dell'amministrazione finanziaria e anche di altre pubbliche amministrazioni, servizi in grado di ridurre drasticamente gli adempimenti di cittadini e imprese”. E in quanto all'argomentazione che i pagamenti elettronici comportano una maggiore onerosità rispetto all'uso del contante: “Tale affermazione trascura i costi pubblici e privati connessi all'utilizzazione delle banconote e delle monete che le analisi della Banca d'Italia hanno messo in evidenza”.

Proprio ieri sulla vicenda era intervenuto anche il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che aveva dichiarato: “Io sono un liberale, ognuno deve essere libero di pagare come vuole. Se uno vuole pagare due euro il caffè con la carta di credito è solo un rompiballe. Io cerco di pagare in contanti, perché a me piace andare a prelevare al bancomat” (Qui Articolo)