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Per Meloni assicura anche Fini: “Non ha mai avuto atteggiamenti estremisti”

Gianfranco Fini, ex presidente di Alleanza Nazionale, conosce bene Giorgia Meloni. È lui che l’ha inserita nel mondo della politica ed è lui ora che, off the record, assicura per lei. Perché è sempre stata pienamente in sintonia con la svolta di Fiuggi e la sua posizione atlantista non è solo frutto dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Fini Meloni
Gianfranco Fini e Giorgia Meloni – Nanopress.it

Certo, ha detto ancora l’ex ministro degli Affari esteri, su alcune cose con la sua ex pupilla non vanno d’accordo, ma non c’è niente di cui temere quando per la prima volta una donna salirà a Palazzo Chigi e assumerà le redini di un governo che sta nascendo con qualche malumore all’interno, specie con gli alleati, e con una grandissima sfida da cui uscere vittoriosi.

Fini assicura per Meloni, la sua ex pupilla

Da quando ha perso le elezioni del 2013, Gianfranco Fini si è ritirato a una vita quasi privata, sicuramente lontana da quei palazzi del potere che per anni, venti per la precisione, sono stati la sua seconda casa. Certo, parlare di casa per l’ex presidente di Alleanza Nazionale non è proprio delicato, considerata la vicenda giudiziaria che l’ha travolto dal 2010 proprio per un immobile a Montecarlo – e per cui è stata anche chiesta l’archiviazione -, ma non è questo il punto.

Alemanno Meloni Fini
Gianni Alemanno, Giorgia Meloni e Gianfranco Fini – Nanopress.it

Ieri, per la prima volta dopo tanti anni, l’ex missino in punta di piedi è tornato a parlare di politica, di Giorgia Meloni nella fattispecie. La futura prima presidentessa del Consiglio donna della storia della Repubblica italia, infatti, è una vecchia conoscenza dell’ex presidente della Camera e sodale di Silvio Berlusconi.

Già dopo il risultato delle urne di domenica scorsa, Ignazio La Russa, fondatore con Meloni di Fratelli d’Italia, aveva assicurato che Fini alle elezioni aveva votato per il partito della leader romana, affermando anche davanti alle telecamere che si era congratulato della vittoria della sua pupilla, ormai diventata una certezza.

La conferma è arrivata direttamente dall’interessato, in una maniera, però, neanche troppo diretta. Alla Stampa estera, il primo e ultimo presidente di Futuro e Libertà per l’Italia, fondato dopo la scissione dal Popolo delle libertà del Cavaliere, off the record, ha dato il suo endorsement alla premier in pectore.

Nessun dubbio, ha spiegato nella “chiacchierata informale” con i giornalisti di mezza Europa, sull’atlantismo, l’europeismo, il non fascismo della numero uno di FdI. Non è per convenienza che Meloni, dopo l’invasione dell’Ucraina da parte delle forze armate di Vladimir Putin, si è spesa a favore della Nato, il suo posizionamento è assolutamente autentico“, ha garantito per lui Fini anche perché, ha ricordato, lo stesso Movimento sociale italiano da cui entrambi provengono aveva votato a favore del Patto atlantico. Sull’Unione europea pure un’altra rassicurazione, ma anche un dispiacere concreto perché il progetto non è ancora del tutto compiuto.

Ma è soprattutto sulle polemiche sulla vicinanza di vedute di Meloni a Benito Mussolini, sbandierate non solo in casa nostra ma soprattutto all’estero, l’ex vicepremier non ha mai tentennato. A quella famosa svolta di Fiuggi, voluta principalmente da Fini e in cui si era consegnato il fascismo alla storia, c’era anche lei, e come tutti ha sostenuto quel passaggio fondamentale per la destra italiana.

Non se n’è andata via, non ha mai preso una posizione contraria, anzi ha votato a favore“, ha detto. A precisare ancora il concetto, ha spiegato che da quando la conosce, da più di vent’anni in pratica, “non ha mai avuto atteggiamenti estremisti“.

Una nota stonata, però, c’è: perché nel mirino dei commentatori stranieri, ma anche della senatrice a vita Liliana Segre, in campagna elettorale era finito il simbolo del partito: la fiamma tricolore. “Non c’entra con il fascismo“, ha ribadito anche due volte l’ex leader di An.

La carriera di Meloni nel segno di Fini

Ma non sono solo rassicurazioni o placet quelli di Fini, c’è anche un motto di orgoglio nelle sue parole per Meloni. L’ascesa di quella che diventerà la capa dell’esecutivo è iniziata proprio con lui. “Nel 2004 è diventata presidente di Azione Giovane, vincendo il congresso per qualità, tra le quali una notevole capacità di coinvolgere il mondo giovanile della destra“, ha ricordato l’ex sodale di Berlusconi con un tono quasi compiaciuto, sicuramente quello di un mentore che vede sbocciare una sua creatura.

Perché lui, fin da allora, aveva già compreso quanto la leader di Fratelli d’Italia fosse capace, ci ha sempre creduto, ha detto ancora. Ed è anche per questo che le affidòil ruolo istituzionale di vicepresidente della Camera. E in quel ruolo ha fatto bene“. Persino “un politico di sinistra come Fausto Bertinotti non ne parlerebbe male“, ha giurato ancora ancora.

Insomma, nessuna ombra. “Meloni può piacere o meno, ma ha principi e coerenza. È tenace ed è cosciente delle difficoltà che abbiamo davanti“. Certo, ha concluso, “non andiamo d’accordo proprio su tutto“. Ma è normale, no?