Italy
This article was added by the user . TheWorldNews is not responsible for the content of the platform.

Putin firma l’annessione delle regioni ucraine. La condanna dell’Unione Europea

In una cerimonia solenne nella Sala di San Giorgio del Grande Palazzo del Cremlino, Putin ha firmato i decreti attraverso i quali gli oblast di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhya e Kherson, strappati all’Ucraina, vengono annessi alla Federazione russa e passano sotto il diretto controllo di Mosca. «La gente ha fatto la sua scelta con i referendum in Ucraina», ha affermato il presidente russo. «È la volontà di milioni di persone». E ancora: «Ora ci sono quattro nuove regioni in Russia, i loro abitanti diventeranno per sempre cittadini russi. Difenderemo la nostra terra con tutti i mezzi a disposizione».

Rivolgendosi alle autorità ucraine, Putin ha aggiunto: «Kiev rispetti la volontà popolare, cessi il fuoco e torni al tavolo del negoziato, noi siamo pronti». Quanto alle armi nucleari, il presidente russo ha dichiarato: «Sono stati gli Usa a sganciarla, per due volte, in Giappone: loro hanno creato il precedente». E, sulle perdite del gasdotto Nord Stream, «È chiaro a tutti a chi conviene il sabotaggio, ci sono gli anglosassoni dietro le esplosioni».

La ferma condanna dell’Unione Europea

Subito, però, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha condannato il presidente russo: «L'annessione illegale proclamata da Putin non cambierà nulla», ha scritto su Twitter. «Tutti i territori occupati illegalmente dagli invasori russi sono terra ucraina e faranno sempre parte di questa nazione sovrana».

In un comunicato, il Consiglio europeo formalizza la condanna: «Respingiamo fermamente e inequivocabilmente l'annessione illegale da parte della Russia delle regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson. Indebolendo deliberatamente l'ordine internazionale basato sulle regole e violando palesemente i diritti fondamentali dell'Ucraina all'indipendenza, alla sovranità e all'integrità territoriale, principi fondamentali sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite e dal diritto internazionale, la Russia sta mettendo a rischio la sicurezza globale». 

E ancora: «Non riconosciamo e non riconosceremo mai i referendum illegali che la Russia ha progettato come pretesto per questa ulteriore violazione dell'indipendenza, della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina, né dei loro risultati falsi e illegali. Non riconosceremo mai questa annessione illegale. Tali decisioni sono nulle e non possono produrre alcun effetto giuridico di sorta. Crimea, Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Luhansk sono dell’Ucraina. Invitiamo tutti gli Stati e le organizzazioni internazionali a respingere inequivocabilmente questa annessione illegale».

Di fronte alla guerra di aggressione della Russia e all'ultima escalation di Mosca, l'Unione Europea si dichiara ancora una volta «risolutamente con l'Ucraina e il suo popolo. Siamo incrollabili nel nostro sostegno all'integrità territoriale e alla sovranità dell'Ucraina. L'Ucraina sta esercitando il suo legittimo diritto di difendersi dall'aggressione russa per riprendere il pieno controllo del suo territorio e ha il diritto di liberare i territori occupati entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti. Le minacce nucleari lanciate dal Cremlino, la mobilitazione militare e la strategia di cercare di presentare falsamente il territorio ucraino come quello della Russia e di affermare che la guerra potrebbe aver luogo ora sul territorio russo non scuoteranno la nostra determinazione. Rafforzeremo le nostre misure restrittive per contrastare le azioni illegali della Russia. Aumenteranno ulteriormente la pressione sulla Russia per porre fine alla sua guerra di aggressione. Ribadiamo che l'Unione Europea è fermamente con l'Ucraina e continuerà a fornire un forte sostegno economico, militare, sociale e finanziario all'Ucraina per tutto il tempo necessario».

Altre storie di Vanity Fair che ti possono interessare: 

-Abbiamo (già) dimenticato la guerra in Ucraina? 

-Ucraina, Elena: «Mamma, papà, la nostra casa a Mariupol non c'è più»

-Mariupol, i racconti dall'assedio: «Le persone bevono l'acqua che recuperano da terra»