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Salvini porta a Bruxelles il ponte sullo stretto ma la commissione vuole vedere il progetto

«Se tutto va come mi auguro, entro due anni partire con i lavori». Un obiettivo di governo, una promessa elettorale, un programma che adesso non è più rinviabile. Matteo Salvini incassa la disponibilità della Commissione europea a ragionare sulla realizzazione del Ponte sullo stretto. O meglio, gli studi di fattibilità, se il progetto sarà convincente. Il ministro per le Infrastrutture e leader della Lega torna a Roma esattamente come auspicava. Approfitta dei lavori in Consiglio Ue per discutere con la commissaria ai Trasporti. E’ Adina Valean, riferisce Salvini, ad aver lasciato le porte aperte. L’accordo è che il governo dovrà produrre le carte, e l’esecutivo comunitario si impegna a discuterne.

Del resto il collegamento tra Sicilia e Calabria rientra nel progetto di più ampio respiro noto come «corridoio scandinavo», un'unica grande via prevista dalla politica Ten-T per le grandi reti. Un collegamento dovrà essere realizzato, ma al momento quello via ponte sullo stretto non è previsto. Salvini insiste con quanto già detto, e cioè che il ponte sullo stretto di Messina «non unisce Sicilia e Calabria, ma unisce Italia e nord Europa». Per questi diventa una «priorità», non solo per il governo.

Azzarda addirittura già un crono-programma, indicando in dicembre 2024 la data ultima per far partire cantieri sulla cui attività a finanziamento comunitario ancora tutto è da decidere. Ma ha dalla sua il possibilismo a dodici stelle e la determinazione del governo. «In questa manovra riportiamo in vita la società» responsabile della realizzazione della grande opera, «poi ingegneri e lavoreranno a un piano economico, con tempi, modi, coperture e costi che mi permetta di tornare a Bruxelles».

A proposito di manovra, il giudizio arriverà la prossima settimana, fa sapere il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, per lavori dell’Eurogruppo che si svolgono in un’altra sala dello stesso palazzo. Nell’attesa dei giudizi di Bruxelles sull’agenda politica italiana, arrivano quelli di Roma sulla strategia europea: il piano per la ripresa va rivisto.

Un mantra, quello di una modifica degli impegni presi con Bruxelles dal governo Draghi, che continua a contraddistinguere il governo attuale. Salvini insiste: «Aumento del costo delle materia prima e dell’energia non è solo un problema italiano. Su tempi e costi dovremo ragionare tutti insieme». Anche su questo tema assicura di essere arrivato a Bruxelles per «costruire rapporti» con partner che, garantisce, sono attenti e pronti ad ascoltare le ragioni dell’Italia. «Ho sentito disponibilità a discutere», anche per le politiche sui trasporti, con lo stop alla produzione di auto a motore tradizionale dal 2035, altro tema che Salvini e il governo di cui fa parte vorrebbero ripensamenti.

Intanto il ministro per le Infrastrutture si gode quelle che definisce «ore assolutamente fruttuose». Almeno per quanto riguarda il ponte sullo Stretto. Il progetto va aggiornato. «Se la commissaria (Valean, ndr) mi avesse detto “non mi interessa” il discorso sarebbe chiuso. Se mi dice portateci un progetto e poi ragioniamo di quattrini io sono molto contento della mia missione».