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Sanità, tra dimissioni, poca attrattività e Pnnr: allarme organici per gli infermieri. L'Ordine: ''In 15 anni la metà dei professionisti oggi iscritti saranno in pensione e i bisogni aumenteranno''

TRENTO. “Abbiamo senz'altro la necessità  di investire sulla professione infermieristica e di intraprendere azioni condivise volte all’innovazione del sistema sanitario trentino”. La questione è ormai chiara e a ribadirlo è Daniel Pedrotti, presidente dell'Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia di Trento. 

Proprio nei giorni scorsi l’Ordine con oltre 4400 iscritti ha scritto all’assessore Stefania Segnana per esplicitare nuovamente la forte preoccupazione e contestualmente per chiedere investimenti per far tornare attrattiva la professione infermieristica nella nostra provincia.

E’ stata ribadita all’assessorato la necessità di investire sulla professione infermieristica e di intraprendere azioni condivise volte all’innovazione del sistema sanitario trentino. Elementi questi necessari per continuare a garantire il diritto alla salute dei cittadini sul nostro territorio. 

TURN – OVER DELLA PROFESSIONE

A fronte di un aumento del fabbisogno infermieristico che avrà il Trentino nei prossimi anni, gli ultimi dati forniti confermano che il 45% degli infermieri iscritti all'Ordine lascerà la propria professione nei prossimi anni per pensionamento. 

“In numeri assoluti – spiega il presidente Pedrotti – dei 4453 infermieri iscritti all’Ordine, 1998, quindi circa il 45%, sono dal punto di vista anagrafico nella fascia d'età tra i 45 e i 60 anni. Per questi la previsione è che nell'arco dei prossimi 15 anni andranno in pensione. E’ pertanto facilmente comprensibile che avremo un trend medio, solo per quanto riguarda il turn over fisiologico, di 130 infermieri all'anno che saranno in uscita”.

Numeri significativi che di certo non fanno stare tranquilli considerando che, come è prevedibile, serviranno professionisti nei prossimi anni per far fronte ai bisogni assistenziali e sanitari crescenti e sempre più complessi dei cittadini e per realizzare il tanto necessario e urgente potenziamento dell’assistenza territoriale previsto dal Pnrr e dal Decreto ministeriale n. 77/2022.

“Abbiamo sempre più un aumento dei bisogni dei cittadini – spiega a il Dolomiti Daniel Pedrotti – che sono sempre più complessi e legati alla cronicità, alla fragilità e alla non autosufficienza. Ma dobbiamo anche pensare alle riforme che verranno attuate per il tanto necessario e atteso potenziamento dell’assistenza territoriale, anche attraverso le novità previste delle case di comunità, degli infermieri di famiglia e di comunità, delle centrali operative territoriali, fino ad arrivare agli ospedali di comunità, affinché la risposta di salute ai cittadini sia sempre più appropriata, coordinata, integrata, proattiva e prossima al suo domicilio. Sono tutte innovazioni previste del Pnnr e dal Decreto ministeriale n. 77/2022 e che richiederanno sempre una più importante presenza della figura dell'infermiere”.

L'ATTRATTIVITA’ DELLA PROFESSIONE INFERMIERISTICA
A fronte del necessario costante aumento del fabbisogno di infermieri - viene riportato nella lettera inviata all'assessora Stefania Segnana - si rinnova la forte preoccupazione dell’Ordine per la scarsa attrattività̀ della professione infermieristica in Italia, così come nella nostra Provincia, verso i giovani, ma anche verso i professionisti stessi. Segno tangibile è il fatto che ad oggi, in vari Atenei d'Italia, i posti messi a bando ogni anno per i Corsi di Laurea in Infermieristica non vengono coperti dal numero dei candidati presenti ai test di ammissione. 

“In Trentino – spiega Pedrotti – attualmente il Corso di Laurea in Infermieristica è ancora attrattivo, con un numero di domande maggiore rispetto ai posti disponibili, anche se il trend è in calo”. Nell’ultimo anno accademico 2022/2023, le domande - prima scelta - per l’accesso alla Laurea Triennale in Infermieristica sede di Trento sono state 204 a fronte di 160 posti disponibili. “Questo significa – spiega Pedrotti - che se il prossimo anno accademico sarà accolto il fabbisogno proposto di 200 posti, di fatto non ci sarà selezione o addirittura si manifesterà il rischio di non coprire i posti disponibili”. 

Oltre a tutto questo negli ultimi mesi, spiega sempre il presidente dell'Ordine, sono aumentate di molto le dimissioni da parte degli infermieri del servizio sanitario provinciale pubblico. “ Stiamo registrando – spiega Pedrotti – molti professionisti che decidono di licenziarsi per andare a lavorare nel privato o in libera professione e in alcuni casi dell’abbandono dalla professione”. 

Da qui le proposte dell'Ordine per aumentare l'attrattività della professione infermieristica. “C’è il bisogno di lavorare congiuntamente e concretamente – viene spiegato - affinché́ la professione infermieristica sia più attrattiva, al fine di incrementare sia il numero di studenti che scelgono di intraprendere il percorso universitario, che per trattenere infermieri motivati nel sistema sanitario provinciale. Le strategie da attivare prioritariamente devono essere quelle di elevare l’immagine sociale degli infermieri; garantire condizioni affinché gli infermieri possano dedicare più tempo alle cure infermieristiche, liberi da attività improprie (es. amministrative) e in un clima sicuro, sereno, stimolante e flessibile; aumentare ed espandere le possibilità di carriera uscendo dall’attuale appiattimento della professione come l’attivazione delle funzioni specialistiche (e prescrizione di presidi e ausili) e di dirigenze infermieristiche con piena partecipazione alle funzioni di direzione strategica aziendale; assicurare retribuzioni coerenti alle responsabilità̀ assunte dai professionisti infermieri e differenziate per competenze e specializzazioni; promuovere modelli organizzativi e assistenziali innovativi ad alta inter-professionalità e centrati sulla persona e la famiglia, che tengano in considerazione l'evoluzione delle professioni sanitarie negli ultimi 20 anni. Fondamentale, infine, è l'investimento della formazione garantendo al corso di Laurea in Infermieristica a Trento “le condizioni strutturali, tecnologiche e di risorse umane per mantenere gli elevati standard formativi riconosciuti a livello nazionale” . 

L'ISTITUZIONE DELLA DIREZIONE ASSISTENZIALE

In tema di evoluzione del sistema sanitario provinciale, nei giorni scorsi la Quarta Commissione del Consiglio Provinciale si è riunita per ascoltare le consultazioni sul disegno di legge n. 160 che modifica la legge provinciale sulla tutela della salute del 2010, prevedendo l’istituzione della direzione assistenziale . 

Un disegno di legge a cui l'Ordine delle professioni infermieristiche ha dato pieno appoggio visto che è volto  all'inserimento delle professioni sanitarie, fra cui quella infermieristica, ai livelli strategici aziendali e provinciali.

“E' bene chiarire, a scanso di equivoci – spiega Pedrotti – che per questa figura il ddl prevede fra i requisiti il possesso di laurea specialistica o magistrale nelle classi di laurea delle professioni sanitarie. Non stiamo quindi parlando solo degli infermieri, ma di una figura sanitaria a cui potranno accedere tutte le professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione previste dall’ordinamento giuridico italiano e in possesso dei requisiti previsti, fra cui la laurea magistrale nella classe professionale. Inoltre, non toglie opportunità a nessuno, anzi tutt’altro, è una nuova opportunità per i cittadini e per i professionisti".

Il direttore assistenziale parteciperà in sinergia con gli altri Direttori del Consiglio di direzione alla definizione del processo di pianificazione strategica e al perseguimento degli obiettivi aziendali e sarà chiamato a governare la funzione assistenziale che è associata a migliori esiti di salute dei cittadini. "Come si è dimostrato - conclude Pedrotti -  nei contesti in cui è già attivo, il Direttore assistenziale potrà contribuire a rafforzare la governance dei processi assistenziali, garantendo una più compiuta visione d’insieme e generando in sinergia con gli altri Direttori una maggior capacità di rispondere ai bisogni dei cittadini".

Per quanto riguarda le motivazioni a sostegno ecco la posizione dell'Ordine: