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Seno e genitali, alle donne sparate lì! Odio e fobia, la polizia esegue l’ordine nell’Iran della teocrazia

Iran: seno e genitali delle donne, sparate lì! I medici riscontrano dove mirano polizia e milizia dello Stato teocratico: ayatollah ordina e gli armati eseguono. Odio e fobia guidano la scelta del bersaglio.

Seno e genitali, alle donne sparate lì! Odio e fobia, la polizia esegue nell'Iran della teocrazia
Seno e genitali, alle donne sparate lì! Odio e fobia, la polizia esegue nell'Iran della teocrazia

Seno e genitali, alle donne sparate lì! Odio e fobia, la polizia esegue nell’Iran della teocrazia FOTO ANSA

Lo raccontano i medici, lo raccontano nascondendo il loro nome. Raccontano quello che hanno visto e che hanno cercato di curare. Raccontano le donne iraniane che arrivano in ospedale colpite, ferite durante le manifestazioni, manifestazioni al grido di “vita, donna, libertà”. Ferite da arma da fuoco. Perché la polizia, le varie milizie dello stato teocratico che vige a Teheran, sparano a chi va in piazza. Sparano regolarmente. Soprattutto sparano alle donne. E sparano avendo bersagli e quindi ordini ben precisi. Perfino sul dove mirare, dove indirizzare le pallottole dell’odio verso le donne e della fobia che delle donne hanno questi uomini e la loro pratica di fede.

Mirare al seno, alla vagina

Lo raccontano i medici dove trovano i proiettili e le ferite. In corrispondenza del seno. O all’inguine, al centro dell’inguine. Il maschio vestito col turbante in funzione di officiante di una liturgia sessuofoba ordina al maschio armato e in divisa di sparare al seno e alla vagina per colpire, sfregiare, devastare ciò che è femmina, donna. Mirare lì per infliggere la somma punizione, per eliminare il femminile che non si sottomette. Perché della donna, del femminile non sottomesso, della donna che no sia animale casalingo questi ayatollah e miliziani barbuti hanno un terrore fobico.

Da una concezione religiosa che, pur attagliata a uso e costumi di tribù nomadi 14 secoli or sono, non era certo così feroce verso il femminile, hanno tratto una trasposizione in leggi e obblighi, repressione e tortura della loro paura di ciò che è donna. Sono terrorizzati dalla donna al punto di nasconderla, chiuderla in casa, velarla, volerla sottomessa. Sono loro stessi a dire che la donna va velata altrimenti il maschio che a vedesse non velata ne sarebbe turbato. Questo turbamento è la confessione più palese di quella che una sessuofobia di Stato in Iran e di genere nell’Islam. Sessuofobia che diventa violenza fobica contro le donne.

Impiccano anche gli uomini

Sparano in strada, mirando al seno, ai genitali, al volto delle donne. Anche bambine. Entrano e picchiamo a morte anche nelle scuole. Ammettono circa trecento puniti/e con la morte finora (plausibile almeno il doppio delle vittime ammazzate). E celebrano finti processi. Già undici condanne a morte, una eseguita. Impiccano anche maschi rei di qualunque pensiero e azione politica e civile che non siano quelli dello Stato/Chiesa uniti e fusi dove il mancato precetto dettato dal clero è reato penale. Ma è in strada che celebrano e mostrano la natura profonda della loro ideologia: i nazisti (e non solo) bruciavano e bruciano i libri, gli armati della teocrazia islamica iraniana sparano alla vagina.