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Siti istituzionali nel mirino degli hacker russi

Attacchi hacker russi, anche l’Italia è nel mirino. L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale monitora “con la massima attenzione l’operatività dei siti istituzionali – ministeri, autorità, agenzie, organi costituzionali – e delle organizzazioni che gestiscono servizi essenziali per la collettività anche in relazione ai recenti avvenimenti che hanno prodotto una breve indisponibilità di uno di questi siti istituzionali nell’ultimo weekend”.

Siti istituzionali nel mirino degli hacker russi

L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale monitora “con la massima attenzione” i siti istituzionali dopo i recenti attacchi hacker russi

Nel corso delle quotidiane attività di monitoraggio, il Computer security incident response team della stessa Agenzia “ha identificato un aumento degli attacchi di tipo Distributed Denial of Service (DDoS) da parte di gruppi di hacktivisti – secondo fonti aperte, di origini russe – ai danni di soggetti istituzionali nazionali”.

L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale informa che “non risulta comunque che gli attacchi – a quanto appare attualmente di carattere “dimostrativo” – abbiano intaccato l’integrità e la confidenzialità delle informazioni e dei sistemi interessati”.

“L’azione di mitigazione ha adottato prontamente tecniche di segregazione geografica dinamica del traffico (cosiddetta geofencing) per scoraggiare gli attaccanti”, aggiungono dall’Acn, raccomandando “di mantenere alto il livello di attenzione sulla protezione delle proprie infrastrutture informatiche, di verificare e aumentare le misure di protezione relative agli attacchi DDoS”.

Gli attacchi, sempre secondo alcune fonti aperte, “sono destinati a continuare o intensificarsi nei prossimi mesi”. “È opportuno che le organizzazioni segnalino tempestivamente ad Acn ogni attività sospetta e ogni attacco identificati, fornendo ogni elemento utile”.

Nei giorni scorsi era finito nel mirino degli hacker russi anche il Vaticano e il Parlamento europeo

La scorsa settimana a finire sotto attacco, oltre a diversi siti istituzionali italiani, è stato anche il sito ufficiale del Vaticano, Vatican.va, per molte ore non raggiungibile. Le autorità della Santa Sede, durante l’attacco, hanno registrato per ore difficoltà di connessione e rallentamenti nel traffico. “Sono in corso accertamenti tecnici per via di tentativi anomali di accesso al sito”, ha fatto sapere la Sala stampa vaticana.

L’attacco al Vaticano era arrivato nelle stesse ore in cui Papa Francesco aveva condannato la crudeltà dell’aggressione russa all’Ucraina. Il leader della Cecenia, Ramzan Kadyrov aveva attaccato Bergoglio, sottolineando che per lui il Pontefice è “rimasto vittima della propaganda” e sottolineando che “tutti sono profondamente religiosi” tra i combattenti ceceni, “e ogni combattente sa che in tempo di guerra non bisogna dimenticare l’onore, la dignità e anche il rispetto del nemico”.

Sempre nei giorni scorsi, dopo il voto sulla risoluzione in cui la Russia veniva definita stato sponsor del terrorismo, anche il Parlamento europeo aveva subito un tentato attacco hacker poi rivendicato dal gruppo pro-russo Killnet, già protagonista di molte azioni simili contro i siti di diversi siti governativi internazionali. Oltre all’Italia, in questo caso, erano stati colpiti anche i governi di Estonia, Romania, Norvegia e Usa sempre in relazione alla crisi ucraina.