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Spinto contro un treno a Seregno, il video della lite nata per un sms ad una ragazzina

Le immagini delle telecamere di sicurezza hanno permesso agli inquirenti di ricostruire il tentato omicidio.

spinto treno video
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La lite a Seregno

Il video terribile della lite tra ragazzini che poteva costare la vita ad un 15enne finito contro un treno in movimento, arriva dalle telecamere di sorveglianza della stazione di Seregno dove il 25 gennaio è avvenuto il fatto.

Nelle riprese si vedono alcuni ragazzi in piedi accanto ai binari, e poi uno di loro che spinge l’altro verso il treno che sta passando proprio in quel momento. Sono due i giovanissimi indagati per quello che è accaduto: un 14enne e un 15enne hanno aggredito il coetaneo, “colpevole” di aver mandato messaggi alla ragazza di uno dei due. La vittima è in ospedale: avrebbe potuto avere conseguenze ben peggiori.

Spinto contro il treno a Seregno, i motivi della lite

Un sms alla ragazzina che reputava di sua proprietà, la certezza di avere il diritto di farla pagare al suo “rivale”, fino a spingerlo contro un treno in corsa, rischiando di ucciderlo, spalleggiato dall’amico. E’ il preoccupante quadro che emerge dall’aggressione compiuta da due minorenni, italiani di 14 e 15 anni, ad un coetaneo, ora accusati di tentato omicidio, che si è verificata due giorni fa a Seregno, in provincia di Monza.

A scatenare tutto, secondo le indagini della Squadra Mobile di Monza guidata dal Questore Marco Odorisio, sarebbe stato un WhatsApp “di troppo” inviato dal giovanissimo finito sui binari dopo essere stato picchiato, alla ragazzina a cui è interessato uno dei suoi aggressori, poi rintracciati e fermati nel tardo pomeriggio, per decisione della Procura della Repubblica per i Minorenni di Milano.

La ricostruzione

La ricostruzione degli eventi si è chiusa nell’arco di poche ore dall’accaduto, grazie alle numerose testimonianze raccolte sul posto dalla Polizia e alle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza. Arrivato in stazione con un amico, il quindicenne si trovava sul binario 1 dello scalo ferroviario brianzolo, quando è stato accerchiato da tre giovanissimi.

Subito sono partiti gli insulti, le accuse e poi la richiesta della felpa firmata, lo scotto da pagare per aver osato mandare messaggi a chi non “doveva toccare”. Quando lui ha rifiutato, è scattata l’aggressione fisica, ma il 15enne ha reagito, si è divincolato e insieme al suo amico è scappato in direzione del binario 2, in attesa del treno che lo avrebbe dovuto riportare a casa. Il gruppetto lo ha seguito, uno dei tre giovanissimi sarebbe di fatto rimasto a guardare, mentre gli altri due hanno ripreso ad aggredirlo.

Quando l’adolescente ha reagito, il suo “rivale” lo ha spinto con violenza, facendolo cadere su un treno in transito. Dopo aver picchiato la testa il ragazzino è caduto sui binari, rimanendo miracolosamente incastrato tra la banchina e le ruote della carrozza, mentre gli aggressori sono fuggiti. Soccorso e trasportato in ospedale a Monza, è stato medicato e ha riportato una vistosa ferita alla testa, oltre a una frattura alla caviglia, ma non rischia la vita.

Identificati due ragazzini

Grazie all’analisi dei fotogrammi delle immagini videoregistrate, gli investigatori sono stati identificati circa tre ore dopo. Il primo è stato individuato e bloccato mentre si aggirava nei dintorni della stazione, il secondo è stato raggiunto appena arrivato in caserma dai carabinieri a Desio (Monza), dove la nonna lo ha accompagnato perché si costituisse.

Portati in Questura a Monza, entrambi sono stati interrogati dal pm della Procura minorile, che ha poi emesso il provvedimento di fermo per tentata rapina aggravata e tentato omicidio in concorso. Una vicenda che ne ricalca molte altre e che per il Procuratore della Repubblica per i Minorenni di Milano, Ciro Cascone, riguarda “ragazzi ormai non più abituati a pensare, che agiscono, credendo di vivere in una canzone o in un reality show e perdono il contatto con la realtà”. Giovanissimi che emulano i comportamenti “di un mondo adulto autocentrato, dove io mi sento offeso e quindi reagisco, senza rendermi conto di avere davanti una persona e non un ostacolo che posso buttare sotto al treno”, e con un atteggiamento verso la donna che dovrebbe essere ormai superato per le nuove generazioni, “che è una persona e non un oggetto di contesa”. 

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